giovedì 27 febbraio 2014

In Viaggio Con Evie




Titolo originale: Driving Lessons
Paese: Gran Bretagna
Anno: 2006
Regia:  Jeremy Brock
Cast: Ruper Grint, Julie Walters, Laura Linney
Genere: Drammatico

Oggi vorrei condividere con voi, miei cari lettori, questa pellicola low budget ( a detta del regista "Il budget stanziato non sarebbe bastato per il catering di Harry Potter" e ciò la dice lunga)  made in UK, che ho trovato, nella sua semplicità, molto carina e interessante.

Siamo nel regno di Sua Maestà; il protagonista della nostra storia è Ben, classico ragazzo un po' sfigatello figlio di un pastore anglicano e di una madre eccessivamente bigotta/frangimaroni.

Egli ha un lato umanistico molto forte, infatti è solito scrivere poesie, ma di nascosto, senza farle leggere a nessuno, in quanto non riesce ad esprimere questo talento per via dell'eccessivo controllo e pressione della madre, per cui socialmente rimane da solo e diventa un vero e proprio imbranato, senza riuscire a distruggere quelle catene che, per anni di educazione filo-ciellina, hanno attanagliato il suo animo.

Ed è in questo particolare momento della sua vita che incontra Miss Evie, arzilla vecchietta, un tempo attrice di grandissimo talento ormai in pensione.

Fra questi due personaggi totalmente diversi si instaurerà una grandissima e profonda amicizia, che comporterà a un cambiamento per entrambi.

Quindi riesci anche a ridere Grint...pazzesco!

Il neo regista Jeremy Brock da dunque il via alla sua carriera da direttore d'orchestra cinematografico con questa pellicola, dopo essere stato uno sceneggiatore di film di successo come "La mia regina" o "L'ultimo re di Scozia", mettendoci, a sua voce, molti eventi della sua vita privata, precisamente quelli di un'estate in cui egli lavorò al servizio della famosa attrice Peggy Ashcroft (come, per l'appunto, Ben con Evie).

La pellicola, con il tipico British style, ha in sè una buonissima carica drammatica, in questo caso incentrata sulla vita o, per meglio dire, la non-vita di Ben; l'attore interpreta un ragazzo spento, costantemente svogliato e insicuro su tutto, che poi sfoga tutto sui fogli di carta. Ricordiamoci però che nel seno del film si sviluppa il concetto di cambiamento, quindi il dramma è in contrapposizione con il buonumore e la gioia di vivere di Evie.

Anche se, a ben vedere, entrambi i protagonisti, nella loro diversità, hanno molto in comune ma non vorrei dirvi troppo, sta anche a voi scoprirlo.

 E' comunque ovvio come il titolo originale "driving lessons" sia non solo un riferimento alle lezioni di guida, ma anche e soprattutto di vita che la vecchietta impartisce al ragazzo.

Buona prova di Grint, il quale deve affrontare un ruolo simile visto in Harry Potter (il ragazzo insicuro di Ron) ma ancora più bella è quella di Julie Walters (Mamma di Ron in Harry Potter) in cui impersonifica Evie in maniera esilarante

Interessante e sicuramente duro l' attacco da parte del regista alle apparenze e al finto buonismo di quelle persone (incentrate nella madre di Ben) che inizialmente sembrano tutte carine&coccolose  ma che poi nascondono qualcosa di marcio.

Che poi l'attacco sia maggiormente incentrato sul falso buonismo di gente bigotta lascia intendere molte cose, e chi conosce bene certi "gruppi" filoreligiosi in Italia avrà casualmente fatto il mio stesso collegamento..

Sono ovunque!!! 

Dunque signori, la mia recensione si sta per concludere. Che dire... mi rendo conto che questa è pur sempre una pellicola semplice, magari molti elementi sono un po' scontati e la trama è piuttosto lineare, non siamo davanti alla perfezione assoluta, lo capisco.

Eppure mi sento di consigliarvi caldamente questo film, d'altro canto è sempre un "low cost" e qualche spunto di riflessione lo da, il tutto condito dal classico e magnifico humor inglese (certe scene, talmente inaspettate, mi hanno fatto ridere di gusto!).

Voto: 7½

martedì 25 febbraio 2014

Il Fermo Immagine Della Settimana

Don Camillo e l'onorevole Peppone

E allora quando ti metteranno a sedere in una grande aula triste, come a scuola, allora penserai a tutte quelle cose che hai lasciato qui al paese. Penserai a quello che vedevi dalla finestra, la mattina, quando ti facevi la barba, penserai al tuo lavoro nell'officina e a come ti divertivi la domenica... e penserai anche a me, che non sarò più lì a darti un cazzotto in testa quando te lo meriti, vale a dire almeno una volta al giorno!

giovedì 13 febbraio 2014

Hunger Games

Premessa
Come buona prassi del sottoscritto, le novità sul blog arrivano sempre con qualche mese di ritardo.

E così, dopo che ti hanno fatto una testa tanta su sti ÀngherGheims, dici che in effetti i libri te li scarichi sul Kindle ma non li leggi ma che il film te lo vai a vedere al cinema (tutto questo quasi due mesi fa).

Uscito dal cinema, hai capito di aver fatto una cazzata. Hai un po' di materiale per il blog e mannaggia a testesso, hai sciupato l'occasione.

E quindi noleggi il primo, te lo guardi e apri la serie di recensioni su questo nuovo evento cinematografico, in cui i ggggiovani sono i protagonisti che soffrono.







Titolo originale: The Hunger Games
Paese: USA
Anno: 2012
Regia:  Gary Ross
Cast: Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson
Genere: Azione, Fantascienza, cose satiriche a caso

Questa "nazione" o "impero" o comunque qualcosa di simile in cui è ambientato il film è divisa per distretti; ogni anno, come punizione per aver scatenato una ribellione anni prima, in ogni distretto vengono scelti un ragazzo e una ragazza di età compresa tra i dodici e i diciotto anni per partecipare a questi Hunger Games, un evento nel quale i partecipanti devono legnarsi fra loro in un luogo detto "arena", che viene controllata dagli Strateghi per mezzo di computer, finché uno solo rimane vivo. Si pesca totalmente a caso per cui se hai dodici anni cara mia, zitta, calci in culo e vai a morire.

La storia viene lanciata proprio nel distretto più povero e la nostra protagonista è la dolce Jennifer Lawrence, la quale avrà una faccia da soffocotti per tutta la durata del film.




La cosa incredibile di questo film è il fatto che, se guardato in modo anche "serio", può essere inteso come una feroce satira verso la tivù moderna, questi reality che mettono a nudo una persona senza neanche invitarla a cena. Insomma, un evento tragico come la morte di ragazzi, in un mondo supermega futuro e avanzato, non è altro che un divertimento per tenere bboni gli animi di chi si fa il culo tutti i giorni. Stai leggendo Barbara D'Urso? STAI LEGGENDO???? BRUTTA STRO... Poi insomma, il bello del cinema è che ognuno può dare una chiave interpretativa qualsiasi, e io ho visto questo.

Interessante anche una somiglianza con il mito del Minotauro (la leggenda che i giovani ateniesi venivano mandati in pasto a una bestia per un motivo che non mi ricordo) e degli antichi gladiatori.

Altro collegamento, è un richiamo simile a L'Implacabile, film del  1987 diretto da Paul Glaser con il buon Arnold Schwarzenegger; anche in questa pellicola la carica satirica era piuttosto alta, ma era più che altro rivolta verso una "finta verità", contro la TV Veritè che di veritè non aveva una beneamata.


Le tute futuristiche degli anni '80 per un motivo o per l'altro, fanno sempre cagare

E insomma, sono rimasto incredibilmente stupito che la prima parte, in cui veniamo catapultati nelle realtà dei distretti e della capitale, in cui conosciamo i personaggi e la "cultura" futura, sia stata quella decisamente spettacolare e, paradossalmente, la migliore.

Perchè tu sei gasato, sei pronto a vedere gente che si ammazza, giovani cazzuti pronti a linciare chiunque: "Ora finalmente è il momento dell'azione, della violenza" stai pensando.

Invece, signore e signori, ritorna il tanto e adorato buonismo aleggiante che piano piano sta prendendo qualsiasi film che è indirizzato ai ragazzi senzapalle moderni.

Buona parte delle scene di combattimento sono in POV, ergo non ci si capisce un cazzo, sono confuse e mi hanno fatto venire il mal di testa.

Tu sei lì, come quando hai portato una sconosciuta fuori a cena, scopri che è bella, è intelligente, è single ma poi quando sei lìlì per fare il botto, ecco che inizia a piangere sul fatto che in Africa i bambini muoiono ogni giorno. E a te non decolla nulla.


Tranquillo amore, io sto con te solo per i tuoi soldi


Esattamente come il film. Non decolla, lo anticipi di un'ora e venti (sei già al finale in pratica) e basta.

Cosa dire dunque?

Che è un film carino...un po' come quando esci con una ragazza un po' brutta e dici "Mah, è simpatica"

Voto: 6½   da "suo figlio è bravo ma non si applica"

venerdì 7 febbraio 2014

Porco Rosso


Titolo originale: Kurenai no buta mbare gne gne chin chun cha
Paese: Giappone
Anno: 1992
Regia: Hayao Miyazaki
Cast: Shuichiro Moriyama, Akemi Okamura, Tokiko Kato, Akio Otsuka
Genere: animazione, fantasy


E’ da molto che in questo blog non si vede recensito un bel film di animazione "in vecchio stile" (niente computer grafica), così, per questa volta, ho deciso di portare all’attenzione del pubblico un film del grande Hayao Miyazaki (di cui era già stato recensito Laputa).

e quando parlo di "vecchio stile" non intendo "cartoni fatti con il culo"!

Miyazaki ci porta di nuovo in un mondo fantastico, ambientato in un universo che fonde la realtà storica con dei personaggi alquanto surreali, come appunto il protagonista: un coraggioso e simpatico maiale.

Il film è ambientato in Italia, nel periodo tra le due Guerre Mondiali e durante l’avvento del regime fascista.
Marco Pargot è un famoso aviatore che, in seguito ad un misterioso incidente durante la prima guerra mondiale, si è trasformato in un maiale. Abbandonato quindi il suo lavoro e l’amore per Gina (la bella cantante di un nightclub), si ritira a vivere sulla costa della Dalmazia e diventa cacciatore di taglie. Infatti, si guadagna da vivere con le taglie poste su dei fantomatici “pirati dell’aria” che combatte con il suo idrovolante dipinto di rosso.

Vista la sua grande abilità, i pirati dell’aria decidono di ingaggiare un altro grande aviatore, l’americano Donald Curtis. Durante la battaglia tra i due, l’aereo di Marco subisce un’avaria e Donald riesce ad abbatterlo, pensando di avere ucciso il maiale. In realtà, Marco sopravvive e decide di prepararsi per la rivincita.

Per riuscire nel suo intento, decide di far riparare il suo aereo dal signor Piccolo, proprietario di una ditta di riparazione e costruzione di aerei, nonché amico di Marco. Ad aiutarlo nella sua impresa c’è la giovane e determinata Fio, nipote di Mr. Piccolo.

Tra i due si instaurerà un’inaspettata amicizia che sarà determinante per il proseguimento della storia.

C’è di tutto in questo film: i riferimenti storici (il fascismo in Italia), l’azione, il ritmo, l’avventura, il dramma, il romanticismo e la commedia.

Tutta la creatività e la fantasia dell’autore hanno modo di esprimersi in questo piccolo gioiello dell’animazione.

L’aspetto bizzarro e le ambientazioni anomale costituiscono il fascino della pellicola. Molte tematiche che ricorrono in altri film del maestro sono presenti: la metamorfosi (come quella dei genitori di Chihiro in la città incantata), un personaggio femminile adolescente che sceglie di mettersi in gioco, la non distinzione tra buoni e cattivi…

La trasformazione di Marco inoltre, serve da veicolo per una chiara e netta critica al fascismo. Infatti, la posizione politica del protagonista è ben definita fin da subito ed è stato proprio il regime a ridurlo ad un emarginato. E poi, come il protagonista stesso ammette:

"meglio porco che fascista!"

Questo messaggio del regista viene trasmesso in maniera efficace, senza cali di ritmo e senza “appesantire” l’atmosfera del film; non mancano infatti le sequenze avventurose e divertenti.

Porco rosso è un personaggio anarchico, un eroe solitario che rifiuta ogni tipo di omologazione; su tutte, quella del regime fascista che avanza.

Un film che consiglio vivamente anche perché poco conosciuto qui in Italia. Infatti, la storia riguardante la sua distribuzione è stata molto travagliata e ci sono voluti quasi vent’anni prima di vedere il film nelle nostre sale. Ovviamente, il film è stato proiettato per pochi giorni e in pochissime sale, vuoi togliere spazio ad una “macchina da soldi” come Harry Potter o Twilight?


Voto: 7/8