venerdì 15 marzo 2013

Grosso guaio a Chinatown


Titolo originale: Big Trouble in Little China
Paese: USA
Anno: 1986
Regia: John Carpenter
Cast: Kurt Russell, Kim Cattrall, Dennis Dun
Genere: avventura, fantasy, commedia


Perché fare la recensione di un film ambientato a Chinatown?

E perché no?

D’altronde, questo era un film che avevo voglia di rivedere da tempo, mi è sembrato quindi il momento giusto per farne una recensione.

E poi scusate, perché ogni volta devo starvi a spiegare il motivo per cui scelgo di recensire un film piuttosto che un altro? Non vi basta che stia qui per voi a perder tempo con queste st….

Scherzi a parte, cominciamo con la trama che altrimenti se mi dilungo troppo Luro mi caccia dal blog.

Jack Burton, il classico camionista tamarro, va a trovare il suo amico Wang Chi a Chinatown e lo accompagna all’aeroporto a prendere la fidanzata Miao Yin, in arrivo dalla Cina. La donna viene rapita da una banda criminale capeggiata da Lo Pan. Più tardi, si scoprirà che Lo Pan ha rapito la giovane cinese per interrompere una maledizione che incombe su di lui, in modo da poter governare il mondo. Per riuscire a salvare la ragazza, Jack e Wang dovranno combattere contro i demoni cinesi.

Il film è un omaggio al cinema cinese, si possono infatti notare vari riferimenti alla cultura cinematografica orientale, in questo dimostra di aver preceduto uno come Quentin Tarantino (con il suo “Kill Bill”) nel riportare di moda tale tipo di cinema. Il regista dimostra di essere devoto al cinema del paese del Sol Levante, anche se non rinuncia all’ironia nel trattare certi argomenti, parodiando alcuni aspetti di tale cultura.

Il film predilige l’aspetto umoristico, senza però trascurare la cura nelle scene d’azione. In questo senso, è un raro esempio di avventura comica che riesce a tenere alta l’attenzione nelle scene più adrenaliniche.

Il ritmo rimane costantemente alto per tutto il film, si entra nel vivo dell’azione praticamente da subito. I vari combattimenti a base di arti marziali ricreano con fedeltà le coreografie e le atmosfere dei film con Bruce Lee.

Bruce Lee mentre esegue una riuscita imitazione di Beatrix, la protagonista di "Kill Bill"

Grande attenzione è riservata anche ai dettagli scenografici, il film è praticamente ambientato interamente a Chinatown, questo per far immergere lo spettatore nel cuore della città (fatta di piccoli venditori ambulanti e piccoli ristoranti cinesi) e per portarlo lentamente in un mondo fantastico. Inoltre viene messo in evidenzia il contrasto tra la semplicità e l’umiltà dei cinesi più poveri rispetto al male che si annida nei grandi palazzi della città.

Le ambientazioni sono prevalentemente spazi molto ristretti, per aumentare il senso di claustrofobia e di pericolo in cui si trovano continuamente i protagonisti (soprattutto nella parte finale nel palazzo di Lo Pen). A ricreare questo clima è anche l’atmosfera “oscura” della pellicola (è quasi sempre in una notte piovosa, nella parte più malfamata di Chinatown).

Grande utilizzo di effetti speciali in un epoca in cui non esisteva il 3d o l’animazione digitale come la intendiamo ora, e dove i computer avevano monitor delle dimensioni di un comodino e ci mettevano mezz’ora solo per accendersi. Per questo motivo, certi espedienti possono risultare datati ma tenendo conto che siamo negli anni 80 è senz’altro un gran risultato.

John Carpenter, dopo Jena (protagonista di "1997: fuga da New York"), crea un altro personaggio mitico, Jack Burton, che è totalmente l’opposto di Jena, è il classico prototipo dell’americano medio: un idiota patentato. Insomma, non fraintendete, in fondo è un gran simpaticone e in più di una occasione dimostra di avere coraggio da vendere, così come dimostra di non riconoscere l’entità del “grosso guaio” in cui si trova per tutto il film. Si tratta, in poche parole, di un coraggio che deriva dall’ignoranza e dal menefreghismo.

Inoltre, è un personaggio che riesce sempre a cavarsela nelle situazioni più difficili per puro culo, non tanto per la sua bravura o intelligenza; questo lo rende un eroe agli antipodi rispetto a personaggi come, ad esempio, Indiana Jones.

In effetti, Jack svolge il ruolo dissacrante all’interno del film, incarnando quella parte dello spettatore che rimane incredulo di fronte a stregoni, maledizioni ecc…

Insomma, con questo film John Carpenter riesce a creare un calderone contenente diversi generi, tutti dosati alla perfezione, è una storia d’avventura, di spiriti e di kung fu, ma è anche una commedia. Inoltre, ha anche il merito di portare in occidente la cultura cinematografica orientale.


Voto: 8

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