martedì 6 novembre 2012

Thank You for Smoking


Titolo originale: Thank You for Smoking
Paese: USA
Anno: 2005
Regia: Jason Reitman
Cast: Aaron Eckhart, Maria Bello, Adam Brody, Sam Elliott, Katie Holmes, Rob Lowe, William H. Macy, Robert Duvall 
Genere: commedia


Ed eccoci di nuovo qui con un film parecchio interessante, si tratta di una commedia che però sa offrire anche qualche spunto per pensare alla realtà che ci circonda. Molte cinefile ricorderanno con piacere il nome di questo regista, poiché ha diretto il notevole "Tra le nuvole" con George "Nespresso" Clooney, altri invece ne ricorderanno il cognome dato che è il figlio di Ivan Reitman (Ghostbusters).

e con questa speriamo di attirare qualche lettrice!
Ma bando alle ciance! Via con la trama!

È la storia di Nick Naylor, un lobbista che si batte per la difesa del fumo e dei produttori di sigarette. Quest’uomo dalla morale “flessibile”, intraprende una battaglia contro il senatore Finisterre e la sua campagna anti-fumo, procurandosi l’odio e il disprezzo di tutti. La situazione cambia quando il figlio di Nick comincia a vedere il padre come un modello da seguire.

Il film è raccontato in prima persona dal punto di vista del protagonista, che ci illustra quello che è il suo lavoro, considerato da lui stesso come un attività come un'altra per “pagare il mutuo”. Infatti, alla base della sua attività non sembra esserci una motivazione; il personaggio ha semplicemente un “talento” nel convincere e persuadere le persone. Inoltre ad appassionarlo più di ogni altra cosa sembra sia uno spirito di rivalsa e di predominio, la voglia di raggiungere il successo tipica degli yuppies.

ho detto yuppies non hippies!!
Il film è costellato da persone con una dubbia moralità: gli amici lobbisti di Nick, il suo capo, l’agente Hollywoodiano, insomma non si salva nessuno. Gli unici che si salvano sono la famiglia di Nick, in particolare il figlio, ancora innocente e all'oscuro del mondo corrotto del padre. Non a caso, è un personaggio chiave nell'evoluzione del protagonista.

Geniale il modo in cui argomenti seri e delicati vengono trattati con ironia e leggerezza per meglio immergersi nel punto di vista del protagonista. Basti pensare all'esilarante e allo stesso tempo inquietante scena in cui i tre amici lobbisti fanno a gara su quale delle loro aziende ha tratto più profitto (ucciso più persone).

È una critica forte al potere della comunicazione. Non è importante se quello che dici è giusto o sbagliato, conta solo il modo in cui lo dici. Basta essere convincenti, carismatici, e la gente ti darà ragione. D'altronde, questa è la regola con cui i più grandi dittatori della storia hanno conquistato il consenso, per non parlare di certi esponenti della politica che conta.

ogni riferimento è puramente casuale
In un mondo dominato da questo concetto, tutti hanno ragione e tutti hanno torto, si perde completamente la concezione di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Nessuno si preoccupa di riportare i fatti, in modo da permettere alle persone di esprimere un giudizio; l’unica cosa che conta è tirare acqua al proprio mulino.

È un film che, nonostante sia una commedia, fa riflettere su quanto sia importante ragionare con la propria testa, approfondire e vagliare razionalmente ogni informazione che ci viene fornita; in questo modo si può formulare una propria opinione,anzichè semplicemente credere a tutto ciò che ci viene detto, facendoci abbindolare dal primo che passa.

Che dire di più? Un bel film che a mio parere è passato troppo inosservato nei nostri cinema e che va sicuramente rivalutato. Insomma, una bella commedia che, come tale, mantiene dei toni abbastanza leggeri e per nulla soporiferi e, soprattutto, non si esime dal farci pensare. Non c’è da urlare al miracolo ma, tutto sommato, io mi sento di consigliarla.


Voto: 7/8

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