martedì 31 maggio 2016

12 Anni Schiavo



Titolo originale: 12 years a slave
Paese: USA
Anno: 2016
Regia: Steve McQueen
Cast: Chiwetel Ejiofor, Brad Pitt, Benedict Cumberbatch, Michael Fassbender
Genere: storico

Secondo me ci sono, nell'infinità del mondo del Cinema, due particolari generi di film: quelli che ti fanno riflettere e quelli che ti fanno incazzare, vergognare di essere un essere umano bianco e poi riflettere.

Per una questione prettamente egoista, preferisco di gran lunga i primi, in quanto già la mia vita non è tutto quel positivismo che Comte, per favore levati, se poi ci mettiamo che in quelle due ore di relax alla sera mi si riempiano gli occhi di immagini drammatiche e disumane direi che faccio prima ad abbuffarmi di antidepressivi e ciao.

Infatti, prima di vedere questo film non sapevo gran che, se non il fatto che il regista fosse Steve McQueen che avesse vinto tre Premi Oscar e un Golden Globe.
Ipotizzai che trattasse di un tizio che fu schiavo per dodici anni per poi essere libero dopo l'abolizione nel 1865.

Coglione Luro, coglione!

Invece la pellicola ruota intorno all'incredibile storia vera di Solomon Northup, un abile musicista di colore che fu ingannato da falsi agenti di spettacolo e conseguentemente venduto negli stati del Sud come schiavo; egli fu crudelmente pestato nei primi giorni, per intimargli di non rivelare a nessuno che fosse in realtà un uomo libero.

Inizierà così un macabro viaggio fatto di umiliazioni, torture, sevizie e quant'altro per una durata di dodici anni, concluso con la tanto agognata libertà grazie all'incontro fra Solomon e un libero carpentiere canadese.

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La tecnica che ho apprezzato e che è riuscita a far breccia nel mio animo è stata la concentrazione verso i primi piani in modo che evidenziassero tutta la paura, la rabbia e ovviamente la tristezza sui volti dei protagonisti schiavi in contrapposizione all'indifferenza dei loro padroni.

Superfluo ma doveroso elogiare la grande prova recitativa di tutti gli attori, specialmente di Ejiofor (già visto in Amistad) unico vero protagonista del film: egli è stato in grado di incarnare le emozioni di una persona vittima del razzismo e dell'odio umano in tutte le sue sfumature; bravissimo inoltre Fassbender (300, Bastardi senza gloria e anche in quell'enorme boiata di Prometheus) a impersonare il crudele padrone Epps, la cui prova recitativa lo portò a un passo dall'olimpo degli Oscar come Miglior Attore Non Protagonista ma poi battuto da Jared Leto in Dallas Buyers Club.

La tecnica delle riprese richiama molto il POV, per dare la possibilità allo spettatore di percepire il lento scorrere dei giorni nelle piantagioni, per vedere ogni singolo colpo di frusta che i protagonisti sono costretti a subire, per immergersi in una realtà non così tanto distante dai giorni nostri, fatta di crudeltà e controsensi.

La musica secondo me è il fiore all'occhiello, perchè di sottofondo non c'è praticamente mai, in quanto tutte le canzoni vengono cantante dai personaggi oppure suonate da Solomon; in questo film si può apprezzare la genuinità dei gospel (genere che io adoro), veramente nati dalle bocche di povera gente che non faceva altro di sperare in una vita spirituale migliore rispetto a quella terrena.

Di particolare effetto è stata una scena in cui vediamo come Solomon abbia ormai realizzato che il suo destino non cambierà mai nonostante l'ingiustizia subita e che, durante il funerale di un suo amico schiavo, dia sfogo a tutta la sua tristezza cantando una delle canzoni più famose "Roll, Jordan Roll".


Da brividi.



In conclusione, Dodici Anni Schiavo è un film crudo, iperrealista e violento, che tratta di una delle piaghe più dolorose della storia dell'uomo, che ne dimostra tutta la cattiveria e brutalità.
Ma forse è proprio nei momenti bui e tempestosi che emerge anche la natura tenace e resistente dell'essere umano che non si lascia sopraffare da nulla e Solomon Northup ne è stato un esempio.

Riposi in pace!

Voto: 9

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