martedì 25 ottobre 2016

Ieri e Oggi - Robin Hood: Il Principe Dei Ladri



Titolo originale: Robin Hood: Prince of Thieves
Paese: USA/Gran Bretagna
Anno: 1991
Regia: Kevin Reynolds
Cast: Kevin Costner, Morgan Freeman, Christian Slater, Alan Rickman, Mary E.Mastrantonio, Michael McShane
Genere: avventura



Dopo la squisita recensione del caro Ste, ammetto di essermi rilassato troppo e il mio caro collaboratore mi ha pure bacchettato.

Pensate, il proprietario del blog che si fa richiamare dal suo collaboratore. Pazzesco!

Ovviamente l'ho licenziato.

Scherzi a parte, in effetti la pausa è stata parecchio lunga e vorrei rompere il silenzio con questo film del 1991, perchè è giusto che le novità vengano sempre sponsorizzate.

Poi, finita la recensione, vi parlerò di questa nuova invenzione che va tanto di moda, ovvero i televisori al tubo catodico, dicono che siano una bomba!

Scherzi a parte II, perchè questo film? Beh, il mio cervello bacato, davanti a un lavoro nuovo (o, per meglio dire, davanti allo scrivere recensioni nuove), inizia a impuntarsi talmente tanto che vado a litigarci contro. Qui vi trascrivo la nostra ultima discussione.

Luro:"Hey cervello, ora che ho un po' di tempo libero, che ne dici di finire le bozze degli ultimi 4 film che ho sul pc da luglio e sfornare qualche bella recensione fresca?"

Cervello: "Nah"

Luro:"Eddai, mica ti sto chiedendo di ridare Analisi; alla fine qualcosa di carino lo riusciamo sempre a fare..."

Cervello: "No, quei film lì mi han fatto cagare. Hanno rovinato Ghostbuster, hanno provato a rifare Lo Squalo, hanno fatto il sequel di un sequel di merda e tu mi parli di sfornare recensioni fresche? E non osare citare di nuovo quell'esame che ci viene un ictus"

Luro:"Quanto sei melodrammatico! Su, mettiti al lavoro, senza di te io non posso fare nulla! Sennò rischio di scrivere una recensione orribile".

Cervello:"Te lo scordi; adesso ti manderò un segnale elettrochimico che ti farà venir voglia di conoscere il ciclo di vita dei lamantini africani"

Luro:"Bastardo! ...... Ok senti, se facessi una recensione di uno dei film della mia infanzia che ti ha scolpito l'amore per i giochi di ruolo e per la fantasia, mi aiuteresti?"

Cervello:" Beh...potrei accettarlo! Scusami se sono stato uno stronzo, ti voglio bene..."

Luro:"Anche io te ne vogl... oh guarda un lamantino!"


Non è adorabile?
Quindi, vorrei tentare di scrivere una doppia recensione. Quella di Luro piccolo e quella di Luro vecchio. Chissà cosa verrà fuori!

XII secolo: Robin di Locksley, crociato partito per liberare Gerusalemme sotto i vessilli di Riccardo cuor di Leone, riesce a tornare in Inghilterra per riabbracciare l'amato padre dopo una lunga prigionia; egli è accompagnato da un moro di nome Azeem, il quale ha giurato fedeltà all'inglese in quanto quest'ultimo lo ha liberato e dunque salvato da morte certa.


Quando però i due tornano al castello di Robin, scoprono un'amara verità: l'intera struttura è stata data alle fiamme, il cadavere di Lord Locksley è appeso a una trave e il fedele servitore di famiglia Duncan è stato accecato per opera dello sceriffo di Nottingham, malvagio signore che, sfruttando la debolezza del Re per via delle crociate, cerca di conquistare il maggior numero di terre per rovesciare la corona e diventare ricco e potente.

Spinto dalla sete di giustizia e vendetta, Robin inizierà una nuova vita, diventando quella figura leggendaria di nome Robin Hood!

Ora, nei miei ricordi vedevo il giovane Kevin Costner come il fuorilegge badassico all'inverosimile, "geniale e spavaldo" che, insieme al tranquillo e più saggio Azeem (Morgan Freeman) formavano una coppia di protagonisti perfetta! Invece il grandissimo attore che, haimè fu, Alan Rickman e la fattucchiera Mortianna rappresentavano magistralmente l'incarnazione del Male (la tizia mi spaventava particolarmente a morte).

Ed ecco la fonte di tutte mie turbe psichiche infantili!!!

Non avete inoltre idea quanto mi piacquero tutte le scene della foresta di Sherwood: questo elemento bucolico, che rappresenta il collante fra Robin Hood e la sua masnada di fuorilegge, è stato presentato in maniera egregia grazie all'immenso lavoro di Douglas Milsome, colui che lavorò per altri capolavori come Full Metal Jacket e Shining.




Aysgarth Falls, Scozia!

Non dimentichiamoci inoltre che il castello dei "cattivi" è lo stesso usato nella famosa saga di Harry Potter.




I toni del film li trovavo parecchio cupi con molte scene violente, come la prigione di Gerusalemme o la  battaglia nella foresta, corroborati con momenti più leggeri e divertenti, fra i quali non posso dimenticare l'incontro dei banditi con Frate Tuck.

Insomma, all'epoca questo era un film che ho letteralmente disintegrato nel videoregistratore.

E adesso, una volta rivisto con occhio più critico?

Non posso negare che l'impatto sia stato forte e contrastante: nel mondo del cinema, 25 anni sono praticamente un'era geologica e il loro peso si sente tutto; ho notato una forte alternanza di spessore nei dialoghi, in cui c'erano momenti di alta tensione e altre frasi che quasi non c'entravano nulla nell'intera storia, e questo mi ha un po' deluso.

Rickman all'epoca mi sembrava, come detto, un cattivo completamente rivolto verso il Male, un mostro sacro (o per meglio dire profano) e irraggiungibile. Eppure adesso vedendolo recitare, mi sembra di notare una goffaggine estrema nei suoi modi, come a voler quasi essere oggetto di scherno, senza ovviamente perdere lo spessore dell'attore; posso capire che probabilmente potrebbe essere un messaggio del tipo "il male può essere combattuto soprattutto con il sorriso" o qualche roba hippy, il che, per carità, ci può anche stare. Diciamo che sono rimasto deluso non tanto per la prova in sè ma per non avere conciliato un mio ricordo con la realtà dei fatti.

Inoltre, purtroppo, per la versione moderna in blue ray hanno voluto aggiungere scene inedite mai doppiate fino ad ora, quindi per evitare cambiamenti repentini di voci, è stato deciso di ridoppiare completamente l'intera pellicola. E vi giuro che il 90% dello spessore delle frasi è volato via come le bestemmie che tiro quando guardo l'Inter ultimamente, perchè sono stati scelti i doppiatori attuali che prestano voce agli stessi attori; peccato però che ora quest'ultimi abbiano 50 anni e nel film almeno la metà e ovviamente sta cosa mi ha dato un fastidio inimmaginabile.

Fate che ho dovuto rispolverare il videoregistratore (giuro) e recuperare la videocassetta per gustarmi il doppiaggio originale e per fortuna le cose sono migliorate molto!

Rivedere le scene di quella meravigliosa foresta o quelle dei combattimenti ricchi di azione e anche con un pizzico di ironia mi han fatto ricordare che a volte non serve solo usare una fredda metodologia di analisi per recensire un film, ma lasciarsi trasportare dalle proprie sensazioni, cosa che ultimamente non sono riuscito più a fare.

Mitica la scena del binocolo!

A volte, dopo tutto, il miglior modo per imparare le cose, è guardarle con gli occhi di un bambino.


Voto: 8

Si ricomincia a recensire!!!

martedì 4 ottobre 2016

The Nice Guys


Titolo originale: The Nice Guys
Paese: USA
Anno: 2016
Regia: Shane Black
Cast: Russel Crowe, Ryan Gosling, Angourie Rice, Matt Bomer, Margaret Qualley, Kim Basinger, Beau Knapp, Yaya DaCosta
Genere: giallo, commedia, thriller

Popolo del web! Popolo d’Italia! …Ah, ehm.., no, così non va bene, sembrerebbe un po’ troppo, per l’appunto, populista o patriottico, meglio ricominciare daccapo con toni più mesti…

Sopravvissuti a questo burrascoso periodo di impegni, scalogne, scarsa ispirazione e un pizzico di apatia, ecco che l’indomito timoniere di questo blog mi ha affidato il gravoso compito di “riaprire le danze” e puntare di nuovo i riflettori su questa piccola realtà di appassionati del cinematografo.
E cosa c’è di meglio, per iniziare un nuovo corso, che recensire uno dei film più spassosi e divertenti di questa ricchissima annata cinematografica? Sto parlando ovviamente di “The Nice Guys”!

I nostri (anti)eroi e altre due piccole investigatrici!

Il film di Shane Black, e per chi non sapesse chi è questo “Dio della sceneggiatura” basti dire che è un tizio che, a soli 25 anni, vendette il suo primo script cinematografico (“Arma Letale”, considerato lo script perfetto e metro di paragone per tutti i successivi blockbuster hollywoodiani) per 250000 $ e che è la mente dietro tanti cult quali L’ultimo Boyscout, Last Action Hero, Kiss Kiss Bang Bang, Iron Man 3, si inserisce pienamente nel filone dei cosiddetti buddy-movie (filone che andava molto negli anni ‘80/’90), cioè quelle pellicole poliziesche che ruotano attorno ad una “strana coppia” (solitamente poliziotti, agenti o, come in questo caso, investigatori privati) formata da due tizi mal assortiti ed, inizialmente, poco inclini al gioco di squadra che, pian piano, iniziano a conoscersi e ad apprezzarsi fino a formare un’accoppiata vincente. La strana coppia dovrà, solitamente, vedersela con qualche ingarbugliata storia noir, affari poco puliti, giri di scommesse clandestine, prostituzione, malavita e bassifondi.

La storia prevede un’incursione nel cinema a luci rosse (tipico stereotipo del noir e del pulp) ed, in pillole, è la segunte: “nella Los Angeles degli anni 70, libertina, stravagante e decisamente trendy, un investigatore privato, Holland March, e un detective senza scrupoli, Jackson Healy, si alleano per risolvere il caso di una ragazza scomparsa e la morte di una porno star che apparentemente non sembrerebbero correlate: scopriranno che un semplice omicidio nasconde il caso del secolo!” [fonte: Comingsoon]

Giuro, poi diventeranno ottimi amici!!
La strana coppia portata sullo schermo da Shane Black è formata dal divo Russel Crowe e dall’anti-divo Ryan Gosling, entrambi scritti e interpretati con una maestria incredibile: il primo è una sorta di “picchiatore corazzato” che cerca, a suo modo, di fare del bene e sistemare le cose, è un duro un po’ sornione, divorziato e che ha ottenuto poco dalla vita, tranne per un’unica importante occasione che, per la prima volta, l’ha fatto sentire “utile” agli occhi degli altri e da allora ha intrapreso la sua personale crociata contro prepotenti e farabutti; il secondo è un bravo detective che, però, si perde in un bicchier d’acqua, pardon, d’alcool, somiglia all’ispettor Clouseau di Peter Sellers de “La pantera rosa” ed è un gran pasticcione, carico di goffaggine e di una comicità molto slapstick. Il detective interpretato da Ryan Gosling è il vero mattatore ed è la dimostrazione di quanto riesca ad essere poliedrico e a reinventarsi sempre in maniera convincente questo attore; il suo personaggio è un padre un po’ distratto, che si comporta spesso in maniera infantile, non prende nulla sul serio e maschera la tristezza e un senso di colpa per la perdita della moglie con un’ironia cinica e frizzante, sempre presente nei suoi discorsi.

Oltre all’accoppiata protagonista, altrettanto importanti sono le figure femminili che ruotano attorno a loro (e mai come negli ultimi anni si è vista una preponderanza di ottimi personaggi femminili, memorabili e ben caratterizzate e, per citarne giusto un paio, l’Elle Fanning di “The Neon Demon”, la Charlize Theron di “Mad Max: Fury Road” o l’Alicia Vikander di “Ex machina” o di “The Danish Girl” ma la lista tenderebbe ad esser infinita…) e tra esse troviamo la figlia del detective Holland March (Ryan Gosling), Holly, bravissima nel suo ruolo, mai fastidiosa e narrativamente fondamentale, il suo rapporto con il padre (molto spesso il vero bambino tra i due) viene ben sviscerato e impariamo ad affezionarci ad entrambi i personaggi. Inoltre vi è Amelia, fulcro dell’intera trama, la ragazza in fuga è interpretata da Margaret Qualley (“TheLeftovers”, bellissima la season 2, guardatela!!), la quale appare e scompare in diversi snodi narrativi ma la cui presenza aleggia in ogni scena. Infine la diabolica madre di quest’ultima è interpretata da una Kim Basinger in gran spolvero, qui devota al “lato oscuro”, porta avanti un personaggio-clichè della donna in carriera avida e spregiudicata, figlia del più becero capitalismo rampante.

Si capisce fin da subito che sia il vero "cattivo" dietro le quinte ma non viene meno il godimento del racconto!

A tutti questi personaggi femminili si aggiunge il villain del sex symbol Matt Bomer che sembra un po’ la caricatura dell’Anthon Chigurh di “Non è un paese per vecchi”, un po’ macchiettistico ma che, tutto sommato, svolge egregiamente la sua parte.

A livello di messa in scena troviamo tutto ciò che ha reso grande questo genere: scazzottate, sparatorie e scene d’azione sono sempre molto chiare, le battute pungenti e mai ridondanti, l’atmosfera che si respira è la stessa de “Il grande Lebowski”, le risate abbondano e il tutto è accompagnato da scenografie ricche di colori sgargianti, luci al neon e abbigliamenti tra il kitsch e il fantasioso e tutto ciò è sorretto da una colonna sonora strepitosa, ricca di pezzi indimenticabili degli anni ’70, ben inseriti e contestualizzati. La regia, inoltre, è moto godibile, la macchina da presa segue i personaggi in maniera egregia con efficaci campi e controcampi, nulla di eclatante ma, anche qui, è stato svolto un buon lavoro.


A livello tematico, invece, l’inquinamento morale e fisico che sembra attanagliare Los Angeles (ma a livello più generale gli interi USA) è il punto focale della vicenda, oltre ad un occhio ai mondi torbidi che si scontrano e si incontrano del porno anni ‘70 (ultimo periodo d’oro del porno su pellicola) e dei grandi produttori automobilistici con i loro agganci nella politica e nella legislatura per proteggere i loro interessi e danneggiare i consumatori a loro insaputa, il tutto per ottenere il massimo profitto con il minimo sforzo e senza nessun precetto etico o morale. Altra grande tematica è l’enfatizzazione della figura femminile, del potere della donna in quanto tale, le donne (come in molti altri film recenti) sono gli unici personaggi a compiere reali scelte morali, a portare avanti una sorta di “rivoluzione politica” e ciò, perlomeno, accade nel cinema d’oltreoceano; in Europa, invece, a volte, la donna (non è un demerito sia chiaro) è rappresentata ancora in tutta la sua fragilità e perde letteralmente tutto, come ci viene mostrato dallo splendido “Julieta” di Almodóvar.

Una delle scene più divertenti tra quelle iniziali! Risate a crepapelle sono assicurate!
Insomma, Black realizza, a mio parere, un ottimo omaggio al genere buddy-movie, aggiungendoci qualcosa di personale e rendendo redivivo il filone ibridandolo con il noir e ammantandolo di quel cinismo e quel “black humor” presente in molte altre sue pellicole (basti pensare, a titolo di esempio, come vengono rappresentate le morti su schermo: presenti e, alcune volte, anche d’impatto a livello narrativo ma vengono, sempre e comunque, messe in ridicolo per le modalità con cui si verificano).
Per concludere, questo film lo consiglio a tutti, anche a chi non ama particolarmente l’action, essendo infatti ibridato col noir, c’è molta meno azione di un “Die Hard” o di un “Arma Letale”; la trama è tutto sommato non troppo complessa da seguire, direi semplice ma allucinante, il caso in sé non è nulla di particolarmente elaborato ma i personaggi, i loro rapporti e il mondo che prende vita attorno ad essi sono straordinari e portati in scena con un immenso amore verso questo genere che ormai non si fa più. Se non vi avessi ancora convinto sappiate che il film è un ricettacolo di battute memorabili ed instant cult come:

“Il matrimonio è comprare una casa per qualcuno che odi, ricordatelo!”
Ma tu hai fatto davvero un film porno con la trama??”


Voto: 8 ½

lunedì 3 ottobre 2016

Cambio vita con un click

Non aspettatevi una recensione di quel demenziale film con Adam Sandler; lo detesto.

Mamma se mi sta sui maroni....

Come avevo detto nel video, avreste dovuto attendere qualche giorno extra per vedere qualcosa di nuovo. Ebbene, direi che ci siamo.

Non starò a dirvi molto, sappiate solo che ho deciso di cambiare drasticamente la mia vita, e qualcuno di nuovo ha deciso di entrarne e farne parte.

La cosa per ora mi sta riempiendo di energie e, sotto certi aspetti, ansie. Ma obiettivamente non voglio farmi soggiogare da stati mentali negativi proprio ora che stanno iniziando tante nuove
avventure.

Diciamo solo che ora dovrò impegnarmi come ho sempre fatto (se non di più) per ottenere finalmente qualcosa di positivo, e ci sarà anche una personcina che mi farà da personal trainer!

Sì, mi rendo conto che sto dicendo parecchie cose sconclusionate, ma ritengo opportuno che su anno di recensioni, ci sia un piccolo spazio per sfogare anche le mie idee non cinematografiche.
E se state aspettando quelle, non preoccupatevi, il caro Ste sta per pubblicare un suo lavoro!

Da Luro, il vostro amato blogger di quartiere, linea alla regia!