mercoledì 31 ottobre 2012

SchermoNews

Ok, mi trovo in università e dovrei essere più rilassato per poter scrivere, visto che ho appena passato una bella mattinata fra lezioni di meccanica ed esercizi di strutture isostatiche



Da fuori non sembra nulla di che!


Comunque, non è certo l'uni il posto idoneo per ricevere notizie in generale, soprattutto se le notizie sono pessime.

Notizie del tipo: "Hei Luro, hai visto? La Lucasfilm è stata comprata dalla Disney! George Lucas ha firmato, sarà solo un consulente".



"No, vi prego, ditemi che non è vero!"

"Sì Luro, purtroppo è tutto vero; Lucas ha voluto intascarsi una somma enorme di denaro perchè non sapeva più che fare dopo aver inventato JarJarBinkns e ha preferito far cassa ritenuto giusto e doveroso dare un testimone a una nuova generazione di registi e non accaparrarsi diritti e meriti".

Ma io sono troppo pessimista e naturalmente è così; sicuramente è giusto che una delle case di produzione più famose della storia del cinema e non solo, abbia bisogno di novità e freschezza.

Una casa che ha sfornato i vari Indiana Jones e, ovviamente, una delle saghe più famose dell'intera storia cinematografica, nota come "Guerre Stellari" o "Star Wars" per gli sbarbatelli.

Gesù, solo a pensare che la prima trilogia era già datata quando io gattonavo mi fa rabbrividire: ma ovviamente è quel brivido positivo, istintivo, puro: come quello che ti viene quando ti accorgi che al ritorno dal supermarket non hai preso il tonno ma poi guardi nella dispensa e vedi un'ultima confezione.

Per me "Guerre Stellari" è così: un qualcosa di immortale, unico; il film che da bambino mi ha insegnato tante cose: come distinguere il bene e il male, di accettare la Forza e non passare al lato oscuro,(anche se nella vita reale non puoi deviare la ciabatta che tua madre ti ha tirato ma puoi resistere al dolore come un vero Cavaliere Jedi).

Non fraintendetemi, ho accettato con gusto la sfida dei tre film prequel della classica trilogia e, seppur sia convinto che Lucas disprezzi un po' i suoi fan (JarJar e i cazzo di orsetti ne sono una prova tangibile), ritengo che tutto sommato abbia fatto un lavoro senza troppe pretese e vinto.

Quindi, resta magari quel dispiacere in sottofondo, quando sai che una parte della tua vita è conclusa ma sei comunque sicuro che rimarranno inviolate per l'eternità

...


"Ah, Luro, mi sono dimenticato di dirti una cosa: fra un paio d'anni uscirà Star Wars 7"








PS:i lettori standard diranno che ho fatto tanti errori; i lettori ingegneri standard staranno ancora guardando la prima immagine e avranno da dire. I lettori ingegneri particolarmente pignoli mi manderanno lettere minatorie chiedendomi di cancellare il post.

mercoledì 24 ottobre 2012

domenica 21 ottobre 2012

Sceneggiatura delle due di notte

Ieri notte ero ancora sveglio e i pensieri mi passavano nella mente, veloci come un treno.

Il punto è che la testa mi faceva così male che non avrei avuto la forza di prendere il computer e iniziare a scrivere; quindi mi sono segnato i concetti chiavi su un foglietto con l'intento di scrivere un articolo il giorno seguente (per l'appunto oggi).

Ma è un pensiero nato di notte, per cui mettevi comodi, coprite le finestre se è giorno o spegnete la luce se è sera.
Chissà quale sarà l'argomento: d'altro canto, quando si è stanchi, per rilassarsi, di solito, si pensa a qualcosa di bello, di allegro o comunque piacevole, idoneo per riposare la mente.

Invece niente, è proprio un viaggio mentale duro e puro, senza limiti, che mi sento in dovere di illustrare.

Ovvero: mi sono palesemente rotto i coglioni di vedere come le persone non abbiano un briciolo di originalità nelle cose da dire/fare quando devono relazionarsi con le masse ma che, invece, si mettono a copiare e riciclare frasi & pensieri altrui.

E quando si fanno affermazioni con fierezza e decisione, si mette sempre una foto con Vin Diesel (giusto per parlare di originalità) 


Avevo già scritto una cosa simile, principalmente qui ; ma sembra che ogni tanto questo pensiero ritorni nella mia testa, giusto per rompere le palle a me e a voi che vi tocca sorbire questa manfrina.

I personaggi che vedo non hanno mai niente di nuovo, ripetono sempre le stesse cose o, il più delle volte, fanno proprie idee non loro, copiano a caso frasi/battute di terzi spacciandole per loro e ottenendo consensi da parte di un pubblico ormai sempre più quadrato e stereotipato, afflitto dalla monotonia e dalla voglia del "non pensare". Quelli che ci rimettono invece sono proprio coloro che cercano ogni giorno di essere diversi, di creare qualcosa di nuovo.

Il punto cruciale però è che non sto parlando di film, ma di persone in carne e ossa!
Personalità fasulle, ideali buttati lì a caso, mentalità e modi di fare talmente stereotipati che sembrano quelli di un attore di B movie!

Ok, hai detto la tua opinione e la prenderemo in considerazione. Ora da bravo vieni qui e torna nel mondo reale che è tanto bello!

E cosa ancora più grave, non ne posso più di gente che si riempie la bocca di frasi altrui.

Volete che si parli di cinema, giusto? Ok.

Non sopportate anche voi quelle persone che si credono dei grandi intenditori di cinema solo perchè hanno visto due film di Kubrick? 
Non vi cresce l'odio quando questi "filosofi del cinema" si vantano di essere attori solo perchè hanno fatto comparsa in uno spettacolo teatrale dell'oratorio?
Non vorreste insultare pesantemente quelli che dicono che il film più bello di sempre è "Pulp Fiction" perchè è strano e, soprattutto, di QUENTIN TARANTINO?


Dai su, non fare l'offeso, lo sappiamo entrambi: non ci sei solo tu
Mi si potrebbe imputare lo stesso, in quanto gestisco questo blog pur non essendo un attore/regista/qualcosadicompetenza: eppure io ho sempre detto che tutte le mie recensioni sono puramente personali e quindi criticabili in quanto non ho mai detto che ci fosse scritta la "verità".

Questo è quanto: ormai le due di notte sono passate da un pezzo, non è il momento di farsi venire i bruciori di stomaco a quest'ora.
Riposati che inizia una nuova settimana, Luro!!!

mercoledì 17 ottobre 2012

Consigli per il Cinema: Ted


Titolo originale: Ted
Paese: USA
Anno: 2012
Regia: Seth MacFarlane
Cast: Mark Wahlberg, Mila Kunis, Seth MacFarlane
Genere: commedia


Da buon amante de I Griffin, mi sono andato a vedere il primo lungometraggio live-action diretto da Seth MacFarlane, il creatore della famosa serie televisiva animata. Quindi, dopo essermi sorbito un' interminabile fila alla cassa composta da bimbiminkia in calore, sono entrato in sala e mi sono goduto lo spettacolo. Purtroppo, di bimbiminkia ne ho trovati altri anche in sala (pensavo che andassero tutti a vedere Step up), ma di questo ne parlerò più avanti.

Bimbiminkia - emo... nessuno è salvo

Il film parla di John, un bambino con pochi amici, che ha problemi ad integrarsi con i suoi coetanei (nessuno lo invita a giocare a “picchia l’ebreo”). Il giorno di Natale, i suoi genitori gli regalano un orsetto di peluche e John lo considera subito come il suo migliore amico. Una sera, John esprime un desiderio: vuole che il suo peluche parli per davvero, e il desiderio si avvera. Con il passare degli anni, John e Ted vanno a vivere insieme, trascorrendo le loro giornate tra canne e film in tv. La loro vita subisce un cambiamento quando John inizia una relazione con Lori, la ragazza lo pone di fronte ad una scelta: diventare un adulto, abbandonando l’orsetto, o rinunciare per sempre a lei.

Avete presente “I Griffin”, o “American Dad”? Ecco, siamo su quei livelli, una comicità irriverente, scorretta e senza freni, che trae spunto dai grandi della risata americana, Mel Brooks e Woody Allen su tutti. Sembra quasi di assistere al primo episodio di una nuova serie targata Seth Macfarlane, in quanto sono presenti tutti gli ingredienti che hanno fatto apprezzare i prodotti sopra citati.

Infatti, Ted ha la stessa personalità di Peter Griffin (oltre ad avere lo stesso doppiatore) e riprende l’idea di un personaggio fuori dal comune (in questo caso un peluche) che interagisce con gli esseri umani.

Il simpatico orsetto è totalmente realizzato con la computer grafica (e i risultati sono sorprendenti); si integra alla perfezione con il mondo reale. La cosa desta stupore, perché di solito è più facile trovare questo tipo di effetti speciali in film come “Il signore degli anelli” o “Avatar”, piuttosto che in una commedia demenziale.

Se la commedia era già stata stravolta con l’introduzione dei cartoni animati che interagivano con l’uomo (Chi ha incastrato Roger Rabbit?), la nuova frontiera sembra essere l’utilizzo di tecnologie più sofisticate e realistiche; che diventano funzionali alla storia.

bè, diciamo che sono stati fatti dei passi avanti...
Nonostante la trama sia semplice, sono presenti imprevisti e inconvenienti che ovviamente ostacolano i rapporti tra John, Lori e Ted; e qui voglio ritornare ai bimbiminkia. Per un particolare evento nel film, che non vi voglio svelare, un'essere femminile di quella razza che era seduta di fianco a me ha cominciato a piangere! Ma singhiozzava proprio! Senza ritegno! Ma come fai?

Cioè, voglio dire, non stiamo guardando “Titanic”! non siamo ad un concerto di Justin Bieber (lì altro che piangere, ci vuole un harakiri)! Come fai a piangere davanti ad un film così? Sì, è vero, c’è un evento “toccante”, ma a tutto c’è un limite! Insomma, volete vedere qualcosa di davvero commovente?


Ecco, questo sì che è un film strappalacrime cazzo! Quando la Disney sapeva ancora essere crudele! Voglio dire, la scena della morte della madre è una delle più traumatizzanti in assoluto per un bambino! Ma probabilmente voi bimbeminkia di 15 anni non sapete neanche che cosa sia “Bambi”, andatevelo a vedere e poi fatemi sapere, ignoranti! (se non siete morte d’infarto mentre guardavate il film).

Va be, scusate se mi sono dilungato troppo ma dovevo sfogarmi. Tornando a parlare del film, è un prodotto divertente, di intrattenimento, consigliato a tutti i fan de “I Griffin” e a tutti coloro che apprezzano la comicità “dura e pura”.

Voto: 7

lunedì 15 ottobre 2012

Marrakech Express


Titolo originale: Marrakech Express
Paese: Italia
Anno: 1989
Regia: Gabriele Salvatores
Cast: Diego Abatantuono, Fabrizio Bentivoglio, Cristina Marsillach, Giuseppe Cederna, Gigio Alberti
Genere: commedia, avventura



Finalmente un’ altra recensione di un film made in Italy (e siamo a 2)! Perché proprio questo film? Beh, diciamo che è da parecchio tempo che sono affezionato a questa pellicola (ero ancora un pischello), e più passava il tempo più il film mi piaceva (forse perché riuscivo meglio a comprendere certe situazioni e/o battute). Devo dire, inoltre, che un po’ mi dispiace il fatto che in questo blog si vedano pochi film italiani, ma forse non è proprio tutta colpa nostra. (dico bene, cari fratelli Vanzina?)

altro che i fratelli Coen
Forse però, nel mondo del cinema non vale la pena di essere così “patriottici”, così come nel mondo dell’arte. Si tratta infatti di una forma di comunicazione universale, che appartiene a tutti e in cui tutti si possono riconoscere, senza distinzioni.

come sono saggio! (sì, insomma...Si fa tanto per dire...)
Bene, ora basta con queste elucubrazioni, qui c’è da fare una recensione! cribbio!! Cominciamo quindi partendo dalla trama…

“Non bastano tutti i cammelli del deserto per comprarti un amico” (proverbio arabo).

Il film inizia con Marco, giovane ingegnere, che riceve la visita inaspettata di Teresa, la quale si presenta come la ragazza di Rudy, grande amico del protagonista. Teresa afferma che Rudy è stato arrestato in Marocco perché trovato con grosse quantità di hashish e, inoltre, l’unico modo per salvarlo è pagare la somma di 30 milioni di lire. Per raggiungere tale cifra, Marco decide di chiedere aiuto a Ponchia, Paolino e Cedro, alcuni amici e membri della squadra di calcetto di cui una volta lui e Rudy facevano parte. All’inizio risulta difficile coinvolgerli, data l’assurdità della situazione e considerato il fatto che il gruppo non si ritrovava insieme da anni. Superata la diffidenza iniziale, la comitiva parte per un lungo viaggio in macchina verso il Marocco; con l’obiettivo di liberare l’amico detenuto.

Il classico film “on the road”, dove il viaggio, ovvero il mezzo per arrivare ad un fine, diventa esso stesso un fine, ossia rinforzare un’ amicizia che sembrava ormai spenta, in modo da tirar fuori i personaggi dalla vita monotona in cui erano incappati.

Durante la visione del film si respira un aria nostalgica, dovuta al distacco che i personaggi hanno avuto per molto tempo, e si avverte specialmente quando si rievocano vecchi momenti passati insieme. Ad accrescere questo effetto ci pensa anche la colonna sonora, con brani che hanno accompagnato la gioventù dei protagonisti (Lucio Dalla, Francesco De Gregori, ecc).

eh già, sono nato nell'epoca sbagliata!

Tutti i personaggi sono ben caratterizzati, ed è interessante assistere alle conseguenze che questo viaggio ha su di loro; durante la storia avviene infatti un cambiamento in ognuno di essi, grazie al quale porterà tutti a vivere la vita in modo diverso. A rubare la scena a tutti gli attori coinvolti è Diego Abatantuono, con un interpretazione irriverente e “sorniona” nel ruolo del venditore di auto Ponchia.

Il viaggio è costellato di episodi divertenti e spensierati, come può essere solo un viaggio fra amici. Non mancano imprevisti che contribuiscono a dare ritmo alla vicenda.

Finisci inevitabilmente per affezionarti ai personaggi, e la curiosità di scoprire la loro sorte cresce man mano che si guarda il film.

Impossibile dimenticare certe scene, che rimangono impresse nella memoria: l’arrivo in un set di film western, la perquisizione alla dogana in Marocco con la successiva “fuga” dalla prigione, la partita di calcio nel deserto, e tante altre…

Insomma, forse non è un capolavoro, ma di sicuro è un bel film con cui passare il tempo; una commedia e allo stesso tempo un avventura ricca di imprevisti, che esalta il valore dell’amicizia.


Voto: 7/8

N.B.: nel film “Tre uomini e una gamba”, la scena della partita di calcio sulla spiaggia è un chiaro omaggio a “Marrakech express”; anche perché vi è un palese richiamo a certe dinamiche della partita.

giovedì 11 ottobre 2012

Via da Las Vegas


Titolo originale: Leaving Las Vegas
Paese: USA
Anno: 1995
Regia: Mike Figgis
Cast: Nicolas Cage, Elisabeth Shue, Julian Sands
Genere: drammatico


Eh già, si avvicinano gli Oscar 2013 (stronzata, la data della cerimonia è il 24 febbraio 2013... è solo che non sapevo come fare l’introduzione); ad ogni modo, cominciano già a circolare i nomi dei possibili candidati.

Preso dalla curiosità, mi sono messo a cercare i vari vincitori dell’ambita statuetta delle scorse edizioni. Partiamo dagli attori, tanti grandi nomi scorrono davanti ai miei occhi: Jack Nicholson, Robert De Niro, Dustin Hoffman, Meryl Streep, Jodie Foster…. Nicolas Cage…

Cosa cosa cosa??? NICOLAS CAGE, ma è proprio lui? Non ci credo! Sarà un caso di omonimia! Eh no, cazzo è proprio lui, Nicolas “faccia da pesce lesso” Cage… Non ci posso credere. Improvvisamente, tutta la mia stima verso questo premio è crollata vertiginosamente (che già non era tanto alta).

della serie: trova l'intruso!

Com’è possibile che l’interprete di “maestose” performance in “grandi” film come “The rock”, “Con air”, “La città degli angeli”, “Fuori in 60 secondi”, “The family man”, “Il mistero dei templari” e “Ghost rider” abbia vinto l’Oscar come miglior attore protagonista? Soprattutto sapendo che attori molto, ma MOLTO più dotati e talentuosi di lui non lo hanno ancora vinto!! (Harvey Keitel, Gary Oldman, Edward Norton… Giusto per fare qualche nome).

Bando alle ciance, fammi un po’ vedere qual è il film che ha fatto vincere questo “molto credibile” premio a codesto “immenso” “attore”…. Si intitola “Via da Las Vegas”.

Non sono riuscito a resistere, mi sono subito procurato il film e me lo sono guardato senza indugiare.

Il film narra la storia di Ben, uno sceneggiatore fallito di Los Angeles, abbandonato dalla famiglia per i suoi problemi con l’alcol. Una volta che viene licenziato decide di compiere un gesto estremo, ovvero prendere tutti i suoi risparmi e partire per Las Vegas, obiettivo finale: ubriacarsi fino alla morte. Durante la sua permanenza incontra Sara, una prostituta perseguitata dal suo protettore. Tra i due nasce un intensa relazione, e la ragazza accetta (a malincuore) la situazione di Ben, decidendo di accompagnarlo in questo  “viaggio” verso l’autodistruzione.

La storia del classico disperato che molla tutto e fugge di certo non è nuova, ma il fatto che in questa storia non c’è speranza o redenzione rende il tutto molto drammatico e struggente (è proprio una mattonata). Diciamo che, da un certo punto di vista, questa scelta è da ammirare; d'altronde la vita non sempre è a lieto fine.



se non fosse un cartone animato, probabilmente sarebbe morto già da un pezzo!

Quindi, non aspettatevi imprevisti narrativi o colpi di scena, perché la storia praticamente è tutta così, a regnare dall’inizio alla fine è un clima decisamente deprimente.

Di solito, in un film di questo genere, a svolgere un ruolo fondamentale è la recitazione degli attori, che in ruoli così complessi hanno il compito di comunicare l’enorme sofferenza dei personaggi, il loro dramma esistenziale; ed è qui che viene il punto dolente.

Nicolas Cage ha, per la maggior parte del film, la solita faccia da “cane bastonato”,  ubriaco fino al midollo per tutta la durata del film, viene quasi il dubbio che per fare questo film si sia sbronzato sul serio (e per un attore che deve recitare una parte non è un complimento). E’ incredibile l’enorme capacità di questo attore di tenere sempre la stessa espressione. In questo film, come in tanti altri, sembra alternare momenti di apatia totale a momenti fin troppo eccessivi, sopra le righe; senza mai raggiungere un equilibrio.

espressione di Nicolas Cage quando:
- scopre che sua madre è morta;
- assiste all'esplosione di un edificio;
- ha appena pestato l'alluce sulla scrivania.

Forse un personaggio del genere dovrebbe ispirare pena e compassione nello spettatore, eppure nel mio caso (forse a causa proprio della pessima prova attoriale) questi sentimenti non ci sono stati; non si riesce a stabilire alcun tipo di empatia.

Da questo punto di vista, se la cava decisamente meglio la sua partner, Elisabeth Shue.

Archiviato il discorso attori, passiamo al film. La colonna sonora Blues/Jazz si concilia bene con l’atmosfera desolata del film, ma dopo un po’ diventa ripetitiva, così come i dialoghi, certe volte li ho trovati anche troppo scontati.

Il regista si limita ad esporre i fatti, ogni tanto ci mette dentro la ragazza che si confida con lo psicologo riguardo alla sua storia, ma è l’unico tocco di stile. Infatti per il resto, il film risulta davvero difficile da seguire, non perché la trama o gli intrecci siano complicati, ma perché si avverte una certa monotonia e “pesantezza”.

Consiglio questo film a tutti i disperati, gli sbandati, coloro che hanno perso ogni speranza, perché forse guardando quel volto affascinante di Nicolas Cage possono esclamare “Ehi! Un momento, se ce l’ha fatta lui, con quella faccia lì, allora anche io ho qualche speranza!!”

Voto: 4/5

mercoledì 10 ottobre 2012

(S)Consigli per il Cinema: Prometheus


Titolo originale: Prometheus
Paese: USA
Anno: 2012
Regia: Ridley Scott
Cast: Noomi Rapace, Michael Fassbender, Charlize Theron, Idris Elba, Guy Pearce
Genere: fantascienza, azione, horror(?)


Sono ancora un po’ frastornato da questo film, ho fatto parecchia fatica nel recensirlo. So cosa state pensando e vi dico subito: no, non mi sono fatto una canna prima di entrare in sala. Il motivo di questa mia confusione sta nel fatto che mi sembra di aver assistito a qualcosa di incompleto; la sensazione che ho avuto subito dopo la visione del film è stata quasi un senso di smarrimento.

Luro: allora?
Gonzo: mah, sì, be… boh!


Qualcuno mi aiuti!!!

Parto subito col dire che l’idea di base non è male, anzi è più che valida, anche se mi rendo conto che la storia secondo cui noi discendiamo dagli alieni non è poi così nuova (Mission to Mars è un esempio).

Nonostante questo, il film porta (o almeno questa era la premessa) ad una serie di interrogativi universali/filosofici/esistenziali/religiosi  che secondo me valevano la pena di essere approfonditi: chi siamo? Da dove veniamo?  Dove andiamo? Perché mi faccio queste domande? Poi però mi sono detto “non è Kubrick, e neanche Tarkovskij, è Ridley Scott” (e in questo caso non è un complimento).

Detto questo, perché il film si discosta dalla linea di partenza? Semplice, si tratta del prequel di Alien: non vuoi metterci qualche bel mostriciattolo che ammazza tutti e/o entra nel corpo del primo che capita? Il piatto è servito! Ed ecco che iniziano a susseguirsi una serie di elementi che, per quanto raccapriccianti e di grande effetto, non possono fare a meno di suscitare una domanda nello spettatore: ma questo c’era anche nel primo Alien? Ma sì, Anche lì la tizia veniva ingravidata! I robot sono sempre ambigui! E così via.

In pratica, tutte le belle premesse all’inizio del film vengono smontate da una non so quale necessità di “fare su un puttanaio” tra morti, sangue, teste che esplodono… Come a dire “una volta che impari la formuletta la ripeti all’infinito”; il problema però è che il pubblico non è stupido e capisce bene se le intenzioni del regista sono quelle di creare qualcosa di nuovo o di prenderlo in giro (già il fatto che prima dell’uscita Ridley Scott ha dichiarato che il film non è un prequel la dice lunga).


Per di più, ci sono certi atteggiamenti dei personaggi che sono del tutto inspiegabili: com'è possibile che un biologo e un geologo si perdono nella piramide se tutti vanno in giro con una sua scannerizzazione interna? Perché ogni membro dell’equipaggio fa quel cazzo che vuole fregandosene degli altri? Come può una donna rimanere lucida e cosciente dopo aver subito un intervento chirurgico con incisione a livello addominale e asportazione di corpo estraneo senza una dannata anestesia?? (d’accordo, si è sedata una decina di volte, ma bastasse quello!!).

Insomma, all’inizio il film sembra invogliarti a scoprire quelli che sono i misteri dell’universo, le risposte alle domande fondamentali e poi sembra dire “ah scusate, non è ancora stato sbranato nessuno, rimediamo subito!”.


Scusate, mi è venuto quasi spontaneo fare questo collegamento

Non mi soffermo sugli effetti speciali, la fotografia, i paesaggi, le esplosioni perché sono (come sempre nei film di Scott) spettacolari, ma purtroppo non bastano per creare un capolavoro. Non voglio neanche criticare il fatto che alla fine del film rimangono aperte ancora molte domande, poiché presumo che l’intento sia quello di fare un sequel (che spero venga realizzato il più tardi possibile per non sputtanare ulteriormente la serie!).

Diciamo che comunque ammiro la volontà del regista di creare qualcosa di nuovo all’interno della saga, che possa non solo spiegare le origini ma aprire a interrogativi di un certo spessore, che coinvolgano lo spettatore. Purtroppo, dopo aver visto la pellicola, ci si accorge che questa intenzione rimane un tentativo lodevole ma non riuscito di rinvigorire la famosa serie; e credetemi, non è facile per me ammettere questo limite soprattutto dopo aver amato capolavori come “I duellanti”, “Alien” e “Blade runner”.

A questo punto, posso solo immaginare che cosa può aver pensato il regista (in buona fede) durante la lavorazione del film (in base anche a quelle che sono state le sue dichiarazioni sul film):

Primo giorno: “Ci siamo! Stavolta faccio il colpaccio! Dopo una serie di prodotti discutibili, posso finalmente ritornare in vetta! Sarà sicuramente qualcosa di nuovo, originale, innovativo! Niente a che vedere con i soliti Alien, sarà qualcosa di completamente diverso! Già mi vedo i titoli sui giornali: il nuovo 2001: odissea nello spazio!...”

A metà lavorazione: “Ma chi voglio prendere in giro, mi sembra di non avere più niente di nuovo da dire, ormai ho una certa età. Non è facile, ma devo prenderne atto. E ora come faccio a finire sto film? Vediamo quella vecchia scenografia del '89 che magari mi salva da questa situazione”

Voto: 5/6

lunedì 8 ottobre 2012

Il Tredicesimo Guerriero




Titolo originale: The 13th warrior
Paese: USA - Svezia
Anno: 1999
Regia: John McTiernan
Cast:  Antonio Banderas, Omar Sharif
Genere: Avventura vikinga


Di John McTiernan, si possonon dire tante cose; che è iniziato bene e finito male, che è un genio incompreso o, semplicemente, è un regista che ha fatto il suo tempo.

Non è proprio uno sconosciuto: i suoi gioellini PredatorTrappola di cristallo e Caccia a Ottobre Rosso  sono pellicole piuttosto famose anche per quelli che non sono dei grandi intenditori di cinema.

Eppure perchè recensire proprio questo film?

I dati sono alla mano: guardando gli incassi, esso è stato un flop e la critica lo ha stroncato; eppure sento quasi il dovere di difendere questa piccola e indifesa pellicola

Forza critici sotuttoio; vi aspetto al varco



Vediamo un po' la trama: Ahmed Ibn Fahdlan è un poeta e ambasciatore arabo di animo gentile e raffinato; egli incontra, in uno dei suoi viaggi, un gruppo di guerrieri normanni.
L'arabo li conosce e inizia ad intraprendere un breve rapporto, quando una donna indovina chiede aiuto alla comitiva barbara, comandata da Buliwyf, per salvare un villaggio apparentemente attaccato da spiriti maligni.
Essa, con i suoi poteri da indovina, annuncia che 13 guerrieri saranno scelti, di cui "uno non deve essere normanno".
Ahmed dunque, intraprenderà questa avventura, nelle terre pagane, dove la sua scienza e la sua cultura ben poco serviranno per aver salva la vita.


L'idea di base è, a mio modo di vedere, geniale; siamo nell'anno 910. Il mondo arabo è il più avanzato rispetto al mondo occidentale, la cultura e la tecnologia erano all'avanguardia; è dunque interessante vedere come un arabo possa condividere la sua vita con dei barbari biondi e muscolosi .

Banderas infatti, rientra perfettamente nel suo ruolo, recita senza troppe sbavature i panni di un uomo totalmente spaesato, spaventato in quanto si trova in un territorio sconosciuto e per di più pericoloso.

Di grande bellezza sono i luoghi e le ambientazioni: devo riconoscere che i paesaggi nordici ove sono state girate le scene sono semplicementi perfetti. Grotteschi, cupi e angoscianti ma al tempo stesso meravigliosi scorci di natura selvaggia. I costumi e la costruzione del villaggio non sono da meno.

Essendo poi io un accanito fan di folk metal, non c'è voluto molto per farmi piacere questo film.

Aaaaah, gli Amon Amarth; come avrei potuto senza di voi!

Altro merito: la musica. Non ce n'è, lo ripeterò fino alla nausea; con un sottofondo musicale adeguato, hai buona parte del successo. E qui la fa da padrone, sia nelle molte scene in cui la tensione è al massimo, sia quando tutti sono pronti per la battaglia

Ma quindi, i miei amati lettori mi diranno: "Luro, allora, visto che ci parli tanto di questo film come se fosse un capolavoro, per quale motivo è stato un flop?"

Domanda interessante, che spesso mi sono chiesto pure io: vediamo.

In primis, devo dire che ci sono delle scene/situazioni in cui appariranno delle incongruenze: 13 guerrieri più abitanti di un villaggio contro un esercito non è proprio credibile come cosa.
Mi spiego meglio: i nemici sembrano essere migliaia, sembra dover esserci una battaglia di minimo 3 ore, quando poi le riprese girate sono troppo confuse e non ci si gode appieno lo spargimento di sangue

300; quando loro sì che erano veramente in pochi!
Diciamo dunque che il buon Tiernan qualcosa ha steccato; ma io non sono un regista, neanche un attore della domenica per cui lungi da me nel dare consigli nè a dire "cosa avrei fatto io".

Dico solo che questo è un buon film, da vedere se si è amanti del genere epico o avventuroso o storico.

La perla del film: "Corri verso la morte, prima che il tuo posto sia preso"

Figata, dico davvero.

Voto: 6½

NB: La storia viene presa dal Libro: "Mangiatori di Morte" di Chricton, il quale è anche sceneggiatore