Titolo originale: The Blues Brothers
Paese: USA
Anno: 1980
Regia: John Landis
Cast: John Belushi, Dan Aykroyd
Genere: commedia, musical
Mi trovo in un momento un pò di stallo.
Sarà che Elio e le Storie Tese non sono arrivati primi a
Sanremo, sarà per l’asteroide in Russia, le dimissioni del Papa, lo scandalo riguardante
Pistorius, delusioni amorose e calcistiche, i vicini che urlano alle 2:00 di
notte perché “sono tanto simpatici!”, ma boh, niente!
L’ispirazione non arriva, che ci
volete fare? E non è che non ne veda di film (anche di nuovi), è che “quel
qualcosa” che mi fa venir voglia di recensire ora non c’è. Allora mi sono
detto: prova a pensare a quei film che ti hanno segnato, quelli che ti
ricordano un certo periodo della tua vita…
E alla fine, la risposta è arrivata! Come un’illuminazione
divina! Un raggio luminoso che squarcia il cielo e ti colpisce, attraversando
la maestosa vetrata della chiesa battista di Triple Rock.
È giunto il momento di recensire un grande classico del
cinema e della mia infanzia: The Blues Brothers!
Dovete sapere infatti che da piccolo ho “divorato” la cassetta vhs di questa magnifica opera, arrivando persino ad imparare a memoria ogni scena del film, oltre a dovermi sottoporre ad una lavanda gastrica.
"HO VISTO LA LUCE!!!" |
Dovete sapere infatti che da piccolo ho “divorato” la cassetta vhs di questa magnifica opera, arrivando persino ad imparare a memoria ogni scena del film, oltre a dovermi sottoporre ad una lavanda gastrica.
Ma andiamo con ordine, mi prendo un momento per esporre la
trama, per tutti gli IGNORANTI che non conoscono questo film.
Il film inizia con Jake “Joliet” Blues che esce di galera
dopo essere stato arrestato a seguito di una rapina; ad aspettarlo fuori dal
carcere c’è suo fratello Elwood. I due fratelli vengono a sapere che
l’orfanotrofio di Chicago, dove sono cresciuti, chiuderà i battenti se non
pagherà entro pochi giorni 5.000 dollari di tasse sulla proprietà
dell’edificio. Dopo che Jake riceve “un’illuminazione divina” i due decidono di
partire in “missione per conto di Dio”, ovvero rimettere insieme la “banda” (la
solita traduzione italiana) e organizzare un concerto in modo da racimolare i
soldi necessari per salvare l’orfanotrofio.
Questo è uno di quei film che può piacere o no, il musical
infatti ha sempre diviso il pubblico, inoltre è anche una questione di gusti musicali (non a tutti piace il Blues), ma non si può ammettere oggettivamente che
questo film non sia uno dei capisaldi della commedia americana (nonostante sia
totalmente anti-americano).
Un film che propone due dei personaggi più famosi e
indelebili nella storia del cinema: i fratelli Blues; si potrebbero presentare
così:
“Una giacca di un abito nero, un paio di pantaloni di un
abito nero, un cappello nero, un paio di occhiali neri, 23 dollari e 12 cents”
(cit.)
Basta questo per farli diventare delle vere e proprie icone.
Perché in fondo è di questo che si tratta, due personaggi che potrebbero essere
venuti fuori da un fumetto, che continuano a perseguire il loro obiettivo
contro il “mondo intero” che tenta di fermarli in ogni modo, sempre
contraddistinti da quell’aria calma, spensierata e “menefreghista”.
Elwood: "E' partito un pistone" Jake: "Poi torna?" Elwood: "No" |
La pellicola è piena di scene che sono entrate nell’immaginario collettivo, chi non ricorda la scena dell’ “illuminazione divina” di Jack Blues con uno strepitoso James Brown? La sfuriata della “pinguina”? I nazisti dell’Illinois? Non si finisce mai di ridere di fronte a queste trovate incredibili, spassose e surreali.
Tutto merito della sceneggiatura (scritta da John Landis e
Dan Aykroyd) e della carica comico – demenziale di John Belushi (semplicemente
immenso) che ruba la scena a tutti come era già successo in un altro grande
film, Animal House (sempre di Landis).
Un altro grande pregio del film sono ovviamente le scene
musicali, la scelta delle canzoni, le coreografie, è tutto molto bello (come
direbbe Pizzul)! Per queste caratteristiche, il film può essere considerato un
omaggio alla musica Blues e Soul (basta guardare a certi mostri sacri presenti
nella pellicola…).
Personalmente non sono un grande fan dei musical,
principalmente perché mi annoiano (e poi per me è difficile trovare un musical
che abbia delle belle canzoni). Inoltre, spesso le scene di canto sembrano
“interrompere” il film, in questo caso invece non è così. Non sembra neanche di
guardare un musical, perché le canzoni si inseriscono alla perfezione
all’interno della narrazione e quindi non sembrano forzate.
Il film non è grande solo per la musica e la comicità, ma
anche per la precisione con cui è stato girato, basta pensare a tutta la scena
finale dell’inseguimento in macchina, o alla fuga in banca con l’intero
esercito che tenta di catturare i fratelli Blues, tutte scene realizzate con
grande maestria e che inoltre mettono ironicamente in luce tutta la stupidità
delle “autorità” americane.
Si può affermare che, in tutto il flim, Landis esalta la figura del reietto, dell’emarginato sociale, dell’umile (facendolo diventare un eroe), mentre abbassa gli esponenti della “perfetta” società americana, i quali si rivelano per quello che sono: dei perfetti idioti (in questa fetta di popolazione sono compresi anche i nazisti, gli americani del sud ecc…). Un discorso che Landis porta avanti anche in film come Animal House, fino ad arrivare ad Una Poltrona Per Due, un messaggio che viene sempre veicolato da una comicità demenziale senza freni.
Il film conquistò il Guinnes dei primati per la scena con il maggior numero di incidenti d'auto (grazie Wikipedia!). |
Si può affermare che, in tutto il flim, Landis esalta la figura del reietto, dell’emarginato sociale, dell’umile (facendolo diventare un eroe), mentre abbassa gli esponenti della “perfetta” società americana, i quali si rivelano per quello che sono: dei perfetti idioti (in questa fetta di popolazione sono compresi anche i nazisti, gli americani del sud ecc…). Un discorso che Landis porta avanti anche in film come Animal House, fino ad arrivare ad Una Poltrona Per Due, un messaggio che viene sempre veicolato da una comicità demenziale senza freni.
Un film da vedere e rivedere, per chi ha voglia di tirarsi
su di morale, per il grande John Belushi all’apice della sua (purtroppo) breve
carriera, per la perfetta alchimia tra i due protagonisti, per ammirare un
grande esempio di perfetta fusione tra il musical e la commedia demenziale, per
la musica straordinaria… I motivi sarebbero davvero tanti e poi non vorrei
ripetermi!
Spero solo che tutti voi possiate godervi questa recensione e "ricordatevi gente, che chiunque siate e qualunque lavoro facciate per tirare avanti e sopravvivere, c’è sempre qualcosa che ci rende tutti simili: voi, me, loro, tutti quanti, tutti quanti!".
Spero solo che tutti voi possiate godervi questa recensione e "ricordatevi gente, che chiunque siate e qualunque lavoro facciate per tirare avanti e sopravvivere, c’è sempre qualcosa che ci rende tutti simili: voi, me, loro, tutti quanti, tutti quanti!".
Voto: 10
N.B.: la Blues Brothers Band è nata grazie ai due comici Dan
Aykroyd e John Belushi come parte di uno sketch musicale del noto programma
Saturday Night Live (un po’ come il nostro Zelig tanto per dare l’idea…). Oltre
ad apparire in televisione, la band ha pubblicato numerosi album e ha tenuto
concerti in tutto il mondo e continua ancora oggi ad esibirsi. Spesso si
uniscono alla band Jim Belushi (fratello di John) e John Goodman, co-protagonista in
Blues Brothers – il mito continua (grazie ancora, Wikipedia).
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