venerdì 12 luglio 2013

Il labirinto del fauno


Titolo originale: El laberinto del fauno
Paese: Messico, Spagna, USA
Anno: 2006
Regia: Guillermo del Toro
Cast: Ivana Baquero, Sergi Lopez, Maribel Verdu, Doug Jones
Genere: horror, fantasy, drammatico, storico


Salve a tutti cari cybernauti!

Vi è mai capitato di recarvi in una foresta oscura e di incontrare un fauno alto due metri con un atteggiamento ambiguo e a cui piace gesticolare?

No? Bene, allora vuol dire che non siete ancora impazziti, perché questo è quello che probabilmente succederà a me durante questo lungo e faticoso periodo di tirocinio.

"Ce la posso fare!!"

Scherzi a parte, vi voglio parlare di un film che ha come punto centrale il potere dell’immaginazione,  l’innocenza e la capacità di stupirsi tipica di un bambino (in questo caso, di una ragazzina).

Il film è ambientato in Spagna nel 1944, Francisco Franco ha appena vinto la guerra civile e instaurato un governo dittatoriale. Rimangono solo pochi ribelli da sconfiggere che nel frattempo si sono nascosti nei boschi.

Una ragazzina, chiamata Ofelia, parte in viaggio con la madre verso le zone rurali della Spagna del Nord per raggiungere il patrigno, lo spietato capitano dell’esercito Vidal.

Una volta arrivati a destinazione, Ofelia si avventura di notte nei boschi e trova un labirinto. Come tutte le bambine che si vedono nei film, invece di correre a casa dalla mamma tutta spaventata, decide di fare la cosa più improbabile: perdersi all’interno del suddetto labirinto.

Ad un certo punto, Ofelia incontra (o forse crede di incontrare) un fauno. Questa misteriosa creatura svela alla ragazzina la sua vera identità: le dice che lei è Moana, la figlia del Re del mondo sotterraneo e che per tornare nel suo regno d’origine dovrà superare alcune prove.

Non illudetevi, non è questa la Moana di cui sto parlando...

Il film è molto crudele nel descrivere le atrocità compiute dal regime fascista in Spagna, infatti la scena dell’uccisione del contadino rimane una delle  più cruente che abbia mai visto. Per questa caratteristica, il film esce dai canoni del tipico film fantasy per bambini e acquista dei toni molto cupi.

Ottimo il montaggio che rende il film scorrevole al punto giusto, creando un ritmo coinvolgente, in una continua alternanza tra il mondo fantastico e la realtà storica.

Scenografia e ambientazioni davvero molto particolari e dettagliate, ricreate con grande maestria.

Questa è stata una delle poche volte in cui ho potuto vedere una creatura mitologica non ricreata al computer e che, forse proprio per questo, acquista enorme fascino e realismo. Per non parlare di tutti gli altri “mostri” che la nostra protagonista incontra durante la storia, tutti rigorosamente ricreati “a mano”.

Gli effetti speciali al computer sono usati con il giusto dosaggio, senza per forza dominare per l’intero film (giusto per la realizzazione delle fate…), fatto da ammirare dato che in un film del genere la tentazione di calcare la mano può essere molto forte.

Insomma, le parti visive sono tutte azzeccate (d'altronde stiamo parlando di Guillermo del Toro, mica pizza e fichi) e il mondo fantasy è a tratti terrificante, anche se a fare più paura è il mondo reale e il capitano Vidal risulta molto più spaventoso del fauno.

Molti sono i riferimenti mitologici e anche biblici. Ad esempio, la seconda prova di Ofelia consiste nell’accedere ad un mondo sotterraneo custodito da un demone; il fauno raccomanda alla ragazzina di non mangiare nulla di quello che vi troverà. In questo, ricorda “Adamo ed Eva”.

A livello di contenuti, del Toro ci parla della dittatura e dei soprusi da essa portati, della ricerca di un altro mondo dove non esiste la violenza in cui trovare la pace, senza rinunciare alla propria umanità. Come aveva già fatto in "La spina del diavolo", il regista utilizza sapientemente i generi cinematografici per parlare del mondo che ci circonda.

Si tratta di un film che non rientra in un unico genere cinematografico, si trova infatti a metà strada tra horror, fantasy, splatter e storico. Infatti, anche se descrive un mondo fantastico generato dai sogni di una bambina di certo non è un film per bambini.

Del Toro mescola realismo storico al fantasy con estrema efficacia, facendo svolgere il film su due binari separati. La dittatura del franchismo da una parte e il mondo del fauno dall’altra, la crudeltà del mondo reale contrapposta al mondo magico, due mondi che si uniscono solo nello stupendo finale.

Il personaggio di Ofelia rappresenta in questo caso l’innocenza che deve affrontare il male puro – il franchismo, il film ci fa immergere in una realtà storica che fa ancora più paura del labirinto oscuro.

Questo rende il film una sorta di fiaba con molti elementi oscuri, che poi in origine è come erano veramente le vecchie fiabe nordiche prima che venissero riadattate nel corso degli anni.


Voto: 9

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