Titolo originale: El laberinto del fauno
Paese: Messico, Spagna, USA
Anno: 2006
Regia: Guillermo del Toro
Cast: Ivana Baquero, Sergi Lopez, Maribel Verdu, Doug Jones
Genere: horror, fantasy, drammatico, storico
Salve a tutti cari cybernauti!
Vi è mai capitato di recarvi in una foresta oscura e di
incontrare un fauno alto due metri con un atteggiamento ambiguo e a cui piace
gesticolare?
No? Bene, allora vuol dire che non siete ancora impazziti,
perché questo è quello che probabilmente succederà a me durante questo lungo e
faticoso periodo di tirocinio.
"Ce la posso fare!!" |
Scherzi a parte, vi voglio parlare di un film che ha come punto centrale il potere dell’immaginazione, l’innocenza e la capacità di stupirsi tipica di un bambino (in questo caso, di una ragazzina).
Il film è ambientato in Spagna nel 1944, Francisco Franco ha
appena vinto la guerra civile e instaurato un governo dittatoriale. Rimangono
solo pochi ribelli da sconfiggere che nel frattempo si sono nascosti nei
boschi.
Una ragazzina, chiamata Ofelia, parte in viaggio con la
madre verso le zone rurali della Spagna del Nord per raggiungere il patrigno,
lo spietato capitano dell’esercito Vidal.
Una volta arrivati a destinazione, Ofelia si avventura di
notte nei boschi e trova un labirinto. Come tutte le bambine che si vedono nei
film, invece di correre a casa dalla mamma tutta spaventata, decide di fare la
cosa più improbabile: perdersi all’interno del suddetto labirinto.
Ad un certo punto, Ofelia incontra (o forse crede di
incontrare) un fauno. Questa misteriosa creatura svela alla ragazzina la sua
vera identità: le dice che lei è Moana, la figlia del Re del mondo sotterraneo
e che per tornare nel suo regno d’origine dovrà superare alcune prove.
Il film è molto crudele nel descrivere le atrocità compiute dal regime fascista in Spagna, infatti la scena dell’uccisione del contadino rimane una delle più cruente che abbia mai visto. Per questa caratteristica, il film esce dai canoni del tipico film fantasy per bambini e acquista dei toni molto cupi.
Questo rende il film una sorta di fiaba con molti elementi
oscuri, che poi in origine è come erano veramente le vecchie fiabe nordiche prima che venissero
riadattate nel corso degli anni.
Non illudetevi, non è questa la Moana di cui sto parlando... |
Il film è molto crudele nel descrivere le atrocità compiute dal regime fascista in Spagna, infatti la scena dell’uccisione del contadino rimane una delle più cruente che abbia mai visto. Per questa caratteristica, il film esce dai canoni del tipico film fantasy per bambini e acquista dei toni molto cupi.
Ottimo il montaggio che rende il film scorrevole al punto
giusto, creando un ritmo coinvolgente, in una continua alternanza tra il mondo
fantastico e la realtà storica.
Scenografia e ambientazioni davvero molto particolari e
dettagliate, ricreate con grande maestria.
Questa è stata una delle poche volte in cui ho potuto vedere una creatura
mitologica non ricreata al computer e che, forse proprio per questo, acquista
enorme fascino e realismo. Per non parlare di tutti gli altri “mostri” che la
nostra protagonista incontra durante la storia, tutti rigorosamente ricreati “a
mano”.
Gli effetti speciali al computer sono usati con il giusto
dosaggio, senza per forza dominare per l’intero film (giusto per la
realizzazione delle fate…), fatto da ammirare dato che in un film del genere la
tentazione di calcare la mano può essere molto forte.
Insomma, le parti visive sono tutte azzeccate (d'altronde stiamo parlando di Guillermo del Toro, mica pizza e fichi) e il mondo
fantasy è a tratti terrificante, anche se a fare più paura è il mondo reale e
il capitano Vidal risulta molto più spaventoso del fauno.
Molti sono i riferimenti mitologici e anche biblici. Ad
esempio, la seconda prova di Ofelia consiste nell’accedere ad un mondo
sotterraneo custodito da un demone; il fauno raccomanda alla ragazzina di non
mangiare nulla di quello che vi troverà. In questo, ricorda “Adamo ed Eva”.
A livello di contenuti, del Toro ci parla della dittatura e dei soprusi da essa
portati, della ricerca di un altro mondo dove non esiste la violenza in cui trovare la pace, senza
rinunciare alla propria umanità. Come aveva già fatto in "La spina del diavolo", il regista utilizza
sapientemente i generi cinematografici per parlare del mondo che ci circonda.
Si tratta di un film che non rientra in un unico genere cinematografico,
si trova infatti a metà strada tra horror, fantasy, splatter e storico.
Infatti, anche se descrive un mondo fantastico generato dai sogni di una
bambina di certo non è un film per bambini.
Del Toro mescola realismo storico al fantasy con estrema
efficacia, facendo svolgere il film su due binari separati. La dittatura del
franchismo da una parte e il mondo del fauno dall’altra, la crudeltà del mondo
reale contrapposta al mondo magico, due mondi che si uniscono solo nello
stupendo finale.
Il personaggio di Ofelia rappresenta in questo caso l’innocenza che deve affrontare il male puro – il
franchismo, il film ci fa immergere in una realtà storica che fa ancora più
paura del labirinto oscuro.
Voto: 9
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