domenica 11 novembre 2012

District 9


Titolo originale: District 9
Paese: USA, Nuova Zelanda, Canada, Sud Africa
Anno: 2009
Regia: Neill Blomkamp
Cast: Sharlto Copley, Jason Cope, David James
Genere: finto-documentario fantascientifico


C’è un tipo di film che ultimamente va molto di moda, il finto-documentario, ovvero raccontare in modo semi-documentaristico storie false ma girate come se fossero vere. Non penso che si possa considerare un vero e proprio genere a se stante, infatti si è sempre adattato ad ogni tipologia di film, dall'horror (REC), al catastrofico (Cloverfield) fino al biografico (Joaquin Phoenix – io sono qui!).

Suppongo che si possa parlare piuttosto di una tecnica cinematografica che è stata portata alla ribalta con “The Blair Witch Project” e tuttora viene maggiormente utilizzata per i film horror; perché ricrea una sorta di realismo e di immedesimazione in ciò che sta accadendo che aumenta lo spavento e il senso di terrore, rendendo tutto ciò che accade sullo schermo più plausibile.

Quel gran furbacchione di Peter Jackson ha subito notato l’enorme fascino che questa tecnica sta suscitando nel pubblico e decide così di produrre questo District 9, ma stavolta stiamo parlando di fantascienza, di conseguenza l’effetto finto-documentario serve ad altri scopi.

"Sono proprio una vecchia volpe!"
Ma procediamo con ordine.

Un giorno in Sudafrica una gazzella si sveglia e muore… No aspetta non era questa.

Ricominciamo. Un giorno in Sudafrica un astronave aliena si ferma immobile sopra la città di Johannesburg senza dare segni di vita. Per chissà quale motivo, la nave spaziale non è in grado di ripartire. Il governo africano si attiva subito per fare una capatina all'interno della nave e trova degli alieni un pò conciati. Si decide così di condurli in salvo sulla terra ferma. Col passare del tempo, gli alieni vengono malvisti dalla popolazione (rimandiamoli a casa bla bla bla…) e quindi vengono mandati in una baraccopoli chiamata Distretto 9. Gli alieni vengono controllati dall'MNU, multinazionale che cerca di sfruttare le avanzate armi tecnologiche degli alieni.

La vicenda ruota intorno a Wikus van de Merwe, incaricato dall'MNU per far sgomberare gli alieni dal Distretto 9 in un altro “campo profughi” molto più isolato dalla città (così non danno fastidio). Durante una perquisizione nel Distretto, Wikus si trova ad affrontare un imprevisto che si rivelerà fondamentale nello sviluppo del film.

Non è difficile fare un collegamento tra le vicende del film e i fatti storici avvenuti in Sudafrica durante l’apartheid. Il film infatti tratta molti temi quali l’intolleranza razziale e la paura verso il diverso, che si riallacciano ai drammatici episodi di quel periodo.

La regia e la fotografia sono impeccabili (tranquilli, niente riprese alla cazzo di cane che fanno vomitare stile Cloverfield). Per di più, non vi sono quelle classiche scene che quando le vedi pensi: “Ma che cazzo! C’è un mostro che si sta avvicinando, scappa e molla quella fottuta telecamera!!”

Da notare anche la versatilità di questo film. Infatti, oltre a muoversi sul piano fantascientifico, si sposta anche sul piano drammatico, ma anche con qualche virata nell’azione e nel thriller.

In questo film l’aspetto documentaristico si integra alla perfezione con la fiction.

L’approccio documentaristico è efficace nel descrivere con estremo realismo le attività dell’MNU nel Distretto 9 (soprattutto nella prima parte). Infatti, in certe scene, se gli alieni venissero sostituiti con delle persone reali sembrerebbe di assistere ad un documentario sull’apartheid.

Ci sono poi alcune scene che, per esigenze narrative, non possono prevedere la presenza di un tizio che riprenda con la telecamera in quel momento.

Ehm, non mi sembra il caso...

Nonostante questo, la scelta di utilizzare un certo tipo di riprese e di inquadrature anche in queste occasioni crea una certa continuità tra i due approcci.

Insomma, tecnicamente parlando, nulla da ridire: le scene di azione sono ben girate e gli effetti speciali sono ottimi. Molto originale anche la scelta dell’alieno "un po' insetto un po' gambero" e della sua concezione all'interno del film; infatti, non è più visto dagli umani come portatore della conoscenza suprema, ma come una rottura di coglioni, uno spreco di tempo e di denaro.

Inoltre, non a caso, l’alieno si dimostra essere più umano degli umani stessi (quando ci mettiamo d’impegno, siamo davvero stronzi); forse in fondo, gli alieni tanto temuti e ostili siamo noi stessi?

Non è inoltre da trascurare il fatto che è la prima volta che mi sono commosso nel vedere un gamberone in difficoltà.

Brutti bastardi!!!

Scherzi a parte, la brutalità degli agenti dell’MNU, soprattutto durante la perquisizione iniziale, fanno pensare a come certe scene possano essere accadute veramente durante il regime.

Un gran bel film, intrigante e originale. Il regista utilizza sapientemente il genere fantascientifico come mezzo per descrivere delle problematiche sociali e politiche (senza essere banale), raccontando allo stesso tempo una storia affascinante e coinvolgente.

Dovrebbero farlo vedere nelle scuole!


Voto: 8 ½

N.B.: il titolo del film è ispirato al District Six, nome di un quartiere residenziale di Città del Capo, è il caso più studiato di deportazione di oltre 60.000 abitanti durante gli anni settanta ad opera del regime dell’apartheid (cit. Wikipedia)


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