Titolo originale: District 9
Paese: USA, Nuova Zelanda, Canada, Sud Africa
Anno: 2009
Regia: Neill Blomkamp
Cast: Sharlto Copley, Jason Cope, David James
Genere: finto-documentario fantascientifico
C’è un tipo di film che ultimamente va molto di moda, il
finto-documentario, ovvero raccontare in modo semi-documentaristico storie
false ma girate come se fossero vere. Non penso che si possa considerare un
vero e proprio genere a se stante, infatti si è sempre adattato ad ogni
tipologia di film, dall'horror (REC), al catastrofico (Cloverfield) fino al
biografico (Joaquin Phoenix – io sono qui!).
Suppongo che si possa
parlare piuttosto di una tecnica cinematografica che è stata portata alla
ribalta con “The Blair Witch Project” e tuttora viene maggiormente utilizzata
per i film horror; perché ricrea una sorta di realismo e di immedesimazione in
ciò che sta accadendo che aumenta lo spavento e il senso di terrore, rendendo
tutto ciò che accade sullo schermo più plausibile.
Quel gran furbacchione di Peter Jackson ha subito notato
l’enorme fascino che questa tecnica sta suscitando nel pubblico e decide così
di produrre questo District 9, ma stavolta stiamo parlando di fantascienza, di
conseguenza l’effetto finto-documentario serve ad altri scopi.
"Sono proprio una vecchia volpe!" |
Ma procediamo con ordine.
Un giorno in Sudafrica una gazzella si sveglia e muore… No
aspetta non era questa.
Ricominciamo. Un giorno in Sudafrica un astronave aliena si
ferma immobile sopra la città di Johannesburg senza dare segni di vita. Per
chissà quale motivo, la nave spaziale non è in grado di ripartire. Il governo
africano si attiva subito per fare una capatina all'interno della nave e trova
degli alieni un pò conciati. Si decide così di condurli in salvo sulla terra
ferma. Col passare del tempo, gli alieni vengono malvisti dalla popolazione
(rimandiamoli a casa bla bla bla…) e quindi vengono mandati in una baraccopoli
chiamata Distretto 9. Gli alieni vengono controllati dall'MNU, multinazionale
che cerca di sfruttare le avanzate armi tecnologiche degli alieni.
La vicenda ruota intorno a Wikus van de Merwe, incaricato
dall'MNU per far sgomberare gli alieni dal Distretto 9 in un altro “campo
profughi” molto più isolato dalla città (così non danno fastidio). Durante una
perquisizione nel Distretto, Wikus si trova ad affrontare un imprevisto che
si rivelerà fondamentale nello sviluppo del film.
Non è difficile fare un collegamento tra le vicende del film
e i fatti storici avvenuti in Sudafrica durante l’apartheid. Il film infatti
tratta molti temi quali l’intolleranza razziale e la paura verso il diverso, che
si riallacciano ai drammatici episodi di quel periodo.
La regia e la fotografia sono impeccabili (tranquilli,
niente riprese alla cazzo di cane che fanno vomitare stile Cloverfield). Per di
più, non vi sono quelle classiche scene che quando le vedi pensi: “Ma che
cazzo! C’è un mostro che si sta avvicinando, scappa e molla quella fottuta
telecamera!!”
Da notare anche la versatilità di questo film. Infatti,
oltre a muoversi sul piano fantascientifico, si sposta anche sul piano
drammatico, ma anche con qualche virata nell’azione e nel thriller.
In questo film l’aspetto documentaristico si integra alla
perfezione con la fiction.
L’approccio documentaristico è efficace nel descrivere con
estremo realismo le attività dell’MNU nel Distretto 9 (soprattutto nella prima
parte). Infatti, in certe scene, se gli alieni venissero sostituiti con delle
persone reali sembrerebbe di assistere ad un documentario sull’apartheid.
Ci sono poi alcune scene che, per esigenze narrative, non
possono prevedere la presenza di un tizio che riprenda con la telecamera in
quel momento.
Ehm, non mi sembra il caso... |
Nonostante questo, la scelta di utilizzare un certo tipo di
riprese e di inquadrature anche in queste occasioni crea una certa continuità
tra i due approcci.
Insomma, tecnicamente parlando, nulla da ridire: le scene di
azione sono ben girate e gli effetti speciali sono ottimi. Molto originale
anche la scelta dell’alieno "un po' insetto un po' gambero" e della sua
concezione all'interno del film; infatti, non è più visto dagli umani come
portatore della conoscenza suprema, ma come una rottura di coglioni, uno spreco
di tempo e di denaro.
Inoltre, non a caso, l’alieno si dimostra essere più umano
degli umani stessi (quando ci mettiamo d’impegno, siamo davvero stronzi); forse
in fondo, gli alieni tanto temuti e ostili siamo noi stessi?
Non è inoltre da trascurare il fatto che è la prima volta
che mi sono commosso nel vedere un gamberone in difficoltà.
Brutti bastardi!!! |
Scherzi a parte, la
brutalità degli agenti dell’MNU, soprattutto durante la perquisizione iniziale,
fanno pensare a come certe scene possano essere accadute veramente durante il
regime.
Un gran bel film, intrigante e originale. Il
regista utilizza sapientemente il genere fantascientifico come mezzo per
descrivere delle problematiche sociali e politiche (senza essere banale), raccontando allo stesso
tempo una storia affascinante e coinvolgente.
Dovrebbero farlo vedere nelle scuole!
Voto: 8 ½
N.B.: il titolo del film è ispirato al District Six, nome di
un quartiere residenziale di Città del Capo, è il caso più studiato di
deportazione di oltre 60.000 abitanti durante gli anni settanta ad opera del
regime dell’apartheid (cit. Wikipedia)
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