Titolo originale: The Possession
Paese: USA
Anno: 2012
Regia: Ole Bornedal
Cast: Jeffrey Dean Morgan, Kyra Sedgwick, Natasha Calis
Genere: horror, thriller
Avete mai sentito la storia di una ragazzina che viene
posseduta da uno spirito demoniaco, comincia a parlare strano, vomitare
robaccia verde, girare la testa a 360° e scendere le scale a gattoni
(sottosopra)?
Ecco, se non ne avete mai sentito parlare, probabilmente “The Possession” vi sembrerà una gran figata, originale, senza precedenti. Se invece avete già visto “L'esorcista” di William Friedkin, allora questo film vi sembrerà solo un mediocre omaggio al capolavoro horror del ’73.
no, non era a lei che mi riferivo... |
Ecco, se non ne avete mai sentito parlare, probabilmente “The Possession” vi sembrerà una gran figata, originale, senza precedenti. Se invece avete già visto “L'esorcista” di William Friedkin, allora questo film vi sembrerà solo un mediocre omaggio al capolavoro horror del ’73.
“The Possession” si inserisce in quel filone di film su
possessioni demoniache e esorcismi, iniziato appunto con “L'esorcista”.
Diciamo che, da un certo punto di vista, l’idea è da
ammirar, ovvero realizzare un film che si ispira alla famosa pellicola sull'esorcismo
in modo da avvicinare le nuove generazioni al grande classico targato William
Friedkin. Malgrado le buone intenzioni, sorge spontanea una domanda alla fine
della visione: il fine giustifica i mezzi?
La storia inizia con Clyde e Stephanie, coppia che ha divorziato da poco; i due ex hanno due figlie: Emily e Hannah. Un giorno, Clyde porta la piccola Emily in un mercatino del paese, lì la bambina rimane affascinata da una vecchia scatola, il padre così decide di comprarla. Da questo momento, cominciano i problemi.
Già dalla trama ci sono un po’ di cose che non mi vanno giù.
La storia inizia con Clyde e Stephanie, coppia che ha divorziato da poco; i due ex hanno due figlie: Emily e Hannah. Un giorno, Clyde porta la piccola Emily in un mercatino del paese, lì la bambina rimane affascinata da una vecchia scatola, il padre così decide di comprarla. Da questo momento, cominciano i problemi.
Me la compri papà? |
Già dalla trama ci sono un po’ di cose che non mi vanno giù.
Voglio dire, c’è una scatola con dentro un demone che ti ha
procurato enormi sofferenze e tu cosa fai? La vendi!?! (mah…).
Il protagonista ha divorziato dalla moglie perché lei ha
detto che “non c’era mai” e poi lo vediamo cazzeggiare dal mattino alla sera. Voglio
dire, ci sono solo un paio di sequenza dove lo si vede al lavoro.
Per non parlare delle poche variazioni nella trama rispetto
a “L’esorcista”: il demone viene da una scatola, l’esorcista è ebreo (perché il demone proviene dalla tradizione ebraica) e
l’esorcismo avviene in un ospedale.
C’è una cosa che più di tutte mi ha dato fastidio di questo film, il suono. È come quando stai guardando un film su “Italia 1” o “Canale 5”, a un certo punto comincia la pubblicità e l’audio viene alzato a manetta, per attirare l’attenzione dello “spettatore-compratore”.
Ebbene sì, ha pure i ricciolini... |
C’è una cosa che più di tutte mi ha dato fastidio di questo film, il suono. È come quando stai guardando un film su “Italia 1” o “Canale 5”, a un certo punto comincia la pubblicità e l’audio viene alzato a manetta, per attirare l’attenzione dello “spettatore-compratore”.
Ecco, è proprio quello che succede in questo film, appena
c’è una scena “da paura” l’audio ti spacca i timpani, e l’effetto dello
spavento in realtà è da attribuire per il 90% proprio al volume.
Un film di paura, secondo me, non deve per forza romperti l'impianto audio, lo spavento può essere procurato anche da immagini scioccanti, magari
non ti fanno prendere un colpo, ma ti rimangono in testa ed è difficile
dimenticarle.
Non nego che ci sono un paio di scene che, a prescindere
dall'audio, mi hanno fatto saltare sulla poltrona, sto parlano della sequenza
finale, quando si trovano in ospedale per l’esorcismo. Infatti, ritengo che
quella sia la parte migliore del film.
Forse valeva la pena dedicare più spazio al rito
dell’esorcismo, lì la tensione rimane costantemente alta e si raggiunge l'apice del terrore. Purtroppo, tutto questo viene demolito nella
scena finale, dove secondo me si è commesso un errore madornale (quando dico
finale, intendo la fine della sequenza nell'ospedale).
Diciamo quindi che il mio giudizio non è positivo.
Nonostante questo, c’è una sequenza che mi è rimasta impressa: lo sguardo della
bambina (cioè del demone… Vabbè avete capito) mentre si trova sul letto e il
padre le legge la Bibbia. Forse non sarà la scena più paurosa del film, ma io
l’ho trovata davvero inquietante, tutto merito del talento della giovane
attrice.
È ora che Sam Raimi la smetta di produrre film di altri e si
rimetta a fare film horror come li faceva una volta (anche perché Drag Me to
Hell non era per niente male).
Voto: 5
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